Pollice verso, Piazza Affari apre in calo. Euro debole

Borsa - Piazza Affari

MILANO – Piazza Affari apre con pollice verso: il Ftse Mib fa segnare una flessione dello 0,59% a 21.430 punti. Meglio lo Spread, il differenziale Btp-Bund segna 253 punti contro i 248 della chiusura di ieri, dopo un picco a 255. Il rendimento del decennale italiano è al 2,84%.

Euro

Restano deboli le quotazioni della moneta unica europea che scende ancora lievemente in avvio dei mercati passando di mano a 1,1551 dollari (1,1556 dopo la chiusura di Wall Street di ieri) e 127,37 yen.

Mercati europei

Dopo un’apertura in terreno negativo, le Borse europee recuperano terreno e si muovono sulla parità. Il listino migliore è quello di Milano, che guadagna lo 0,28%, mentre Parigi cresce dello 0,2%. Piatte Francoforte, Madrid e Londra. Il comparto più forte è ancora quello energetico, che sale dello 0,3%, grazie soprattutto al petrolio (+0,4%), spinto dalla proposta degli Stati Uniti di chiudere le importazioni dall’Iran.

Mercati asiatici: SoS delle Piazze cinesi

I messaggi contrastanti in arrivo dagli Stati Uniti tengono in tensione i mercati asiatici. I toni meno bellicosi del presidente Donald Trump in tema di limiti agli investimenti cinesi sono stati smorzati dalle dichiarazioni del suo consulente economico, Larry Kudlow, che ha smentito una frenata nelle posizioni statunitensi. L’ipotesi di una guerra dei dazi continua quindi a far paura. Tokyo ha chiuso sulla parità, mentre lo yen si mantiene stabile sul dollaro a quota 110,20 e si rivaluta sull’euro a 127,3. Le Piazze cinesi sono in rosso: sia Shanghai sia Shenzhen cedono lo 0,45%. Hong Kong guadagna invece lo 0,14%. Sotto pressione Seul, che perde l’1,20%, mentre Sidney è in rialzo dello 0,24%.

Oro giallo

Quotazioni dell’oro deboli sui mercati asiatici dove il prezzo del metallo prezioso resta vicino ai minimi da dicembre 2015 toccati ieri: il lingotto con consegna immediata passa così di mano a 1.251 dollari l’oncia.

Oro nero

Quotazioni del petrolio in lieve calo ma ancora prossime ai massimi da tre anni e mezzo: i contratti sul greggio Wti con scadenza ad agosto perdono 18 centesimi a 72,58 dollari al barile. Il brent perde 2 centesimi a 77,60 dollari. Ad incidere anche un netto calo delle scorte Usa ai minimi da quasi un anno.

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