Mondragone, il figlio del boss La Torre in cella

Francesco Tiberio La Torre

MONDRAGONE – E’ finito in carcere il figlio del boss Augusto La Torre. Francesco Tiberio nelle scorse ore è stato portato dalle forze dell’ordine nella casa circondariale di Bolzano. A determinare il suo trasferimento in cella è stata la sentenza della Cassazione, che la scorsa settimana ha reso irrevocabile il verdetto emesso nei suoi confronti dalla Corte d’appello di Napoli. Il figlio del capoclan dei Chiuovi è stato condannato a 6 anni e 6 mesi per associazione a delinquere finalizzata allo smercio di narcotici. Ha guidato una gang di pusher, attiva sul Litorale tra il 2015 e il 2017, insieme a Vincenzo (condannato a 15 anni e 4 mesi) e Salvatore De Crescenzo (che dovrà affrontare un nuovo processo di secondo grado).

La svolta nelle indagini

L’inchiesta sulla rete di spacciatori, coordinata dalla Dda di Napoli, e realizzata dai militari dell’Arma di Mondragone, ha portato alla condanna anche Luigi Meandro, condannato a 5 anni e 4 mesi, Giuseppe Rinaldi e Francesco Balestrieri, che hanno incassato rispettivamente 4 anni, 11 mesi e 10 giorni e 8 anni, 10 mesi e 10 giorni. Alessio Cipriani nelle scorse ore pure è stato portato in cella: per la partecipazione alla gang di La Torre ha ottenuto 5 anni di reclusione. Sono diventati definitivi pure i verdetti per Costantino Cardillo (6 anni e 8 mesi) e Michele Degli Schiavi (8 anni e 11 mesi). L’indagine che ha innescato il processo a carico di La Torre e ‘soci’ aveva coinvolto pure Angelo Pagliuca e Maurizio Montano, che sono stati dichiarati colpevoli di riciclaggio: il primo ha avuto 2 anni e 8 mesi e il secondo un anno e 10 mesi. Nel collegio difensivo gli avvocati Antonio Miraglia Riccardo Ferone, Franco Liguori, Angelo Raucci, Luigi Mordacchini, Ignazio Maiorano e Luca Pagliaro.

La sentenza

La Cassazione ha annullato il verdetto di secondo grado che avevano incassato Frederik Loka, assistito dagli avvocati Giuseppe Stellato e Gabriele Roberto Cerbo, e Salvatore De Crescenzo. Loka in continuazione tra due sentenze, divenute irrevocabili nel 2015 e nel 2017, aveva rimediato 6 anni, 5 mesi e 10 giorni, De Crescenzo, invece, 11 anni, 9 mesi e 10 giorni (pure in continuazione tra verdetti che errano già definitivi). Le loro posizioni dovranno essere valutate da una nuova sezione della Corte d’appello. Francesco Tiberio La Torre dovrà affrontare a breve il processo di secondo grado, dinanzi alla Corte di Napoli in relazione alle sue presunte ingerenze nelle aste giudiziarie. E’ stato già condannato con sentenza irrevocabile, invece, per detenzione illegale di armi.
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