MotoGp, al via la stagione più incerta: tutti a caccia dell’iridato Mir

Dopo un anno vissuto in piena emergenza e stravolto dal Covid c'è da scoprire se il successo iridato di Joan Mir con la Suzuki dominatrice del 2020, è stato dettato da una congiunzione astrale favorevole o è davvero frutto del talento del giovane maiorchino

Repsol Honda Team's Spanish rider Marc Marquez competes during the MotoGP race of the Spanish Grand Prix at the Jerez Angel Nieto racetrack in Jerez de la Frontera on May 6, 2018. / AFP PHOTO / JAVIER SORIANO

ROMA – Una stagione mai così incerta e piena di incognite. Domenica prossima in Qatar scatta il campionato di MotoGp più imprevedibile degli ultimi decenni, il primo con Valentino Rossi senza una moto ufficiale nella classe regina e con l’otto volte campione del mondo Marc Marquez ancora alle prese con l’infortunio all’omero destro che lo costringerà a saltare almeno le prime due gare della stagione. Dopo un anno vissuto in piena emergenza e stravolto dal Covid c’è da scoprire se il successo iridato di Joan Mir con la Suzuki dominatrice del 2020, è stato dettato da una congiunzione astrale favorevole o è davvero frutto del talento del giovane maiorchino, capace di imporsi sulla concorrenza con un solo Gp conquistato.

A caccia di Mir

Se vincere è difficile, ripetersi lo è di più e la scuderia nipponica di Hamamatsu, orfana del general manager Davide Brivio che ha accettato la sfida in Formula 1 con l’Alpine, lo sa bene. Mir è chiaramente desideroso di dimostrare che non è una meteora e il compagno di scuderia Alex Rins, altro giovane talento in continua crescita, è pronto a rubargli la scena. Il 2021 segna anche per la prima vota dal 2003 un cambio radicale in Ducati, che farà a meno di Andrea Dovizioso. E si affida alla grinta dell’australiano Jack Miller e alla brillantezza del piemontese Francesco Bagnaia, in cerca di riscatto dopo in anno altalenante condizionato dalla frattura alla tibia. Promossa dai primi test, la squadra di Borgo Panigale punterà sulla sua arma migliore, la velocità ma servirà anche una maggiore affidabilità. Quella che è mancata la scorsa stagione.

La Yamaha si affida a Vinales e Quartararo

Via Rossi, la certezza della Yamaha è la M1 affidata allo spagnolo Maverick Vinales e al francese Fabio Quartararo, piloti che garantiscono un alto livello di competitività anche all’intero del team. Se la Ktm affidata al sudafricano a Brad Binder e Miguel Oliveira cercherò di mettersi nuovamente in luce dopo i tre Gp vinti nel 2020, gli occhi sono puntati sulle Honda Hrc di Marc Marquez e Pol Espargaro. Il talento di Cervera è da otto mesi lontano dalle gare e dunque serviranno le sue prime uscite (possibile il debutto a Portimao, terzo Gp stagionale in programma il 18 aprile) per capire il suo effettivo livello di forma e se l’infortunio abbia lasciato il segno a livello psicologico. In chiave italiana c’è curiosità per valutare la forza del tandem Franco Morbidelli-Valentino Rossi, stelle tricolori del team Petronas. I due sono grandi amici e il livello di collaborazione è altissimo.

Le ipotesi

Ma se Rossi avrà la M1 Factory, Morbidelli è costretto a partire per la terza stagione consecutiva con la stessa moto, la Spec-A, quella con cui nel 2020 conquistò il secondo posto assoluto in classifica generale. Quanto a Rossi (alla sua 26ma stagione nel motomondiale, la 22/a in MotoGp), l’ultima sua vittoria risale al 2017. Il ‘Dottore’ si accontenterebbe di arrivare sul podio e di duellare in qualche Gp.

La certezza è che Rossi l’intramontabile non ha proprio voglia di mollare (“Voglio disputare altre due stagioni”), emozionato anche dal fatto di poter gareggiare con il fratello Luca Marini, debuttante in MotoGp con Enea Bastianini nel team Avintia. La stagione, suddivisa in 19 gare (lo scorso anno, causa Covid, furono 14), segnerà anche il ritorno dopo 39 anni della Finlandia, che ospiterò il Gp sul circuito di Kymiring. In Italia appuntamento al Mugello il 30 maggio e a Misano il 19 settembre.

(LaPresse/di Luca Masotto)

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