Napoli. Stupefacenti nell’appartamento, Enzo Pugliese finisce in carcere

Già sottoposto ai domiciliari, dopo il blitz trasferito dietro le sbarre

NAPOLI – Da sabato a sabato, tutto nel giro di una settimana. Prima la paura, poi le manette, che mai come stavolta hanno un retrogusto dolce, quasi salvifico. E già perché il giovane finito in manette sabato sera, appena sette giorni prima era stato preso di mira dai sicari della camorra. Il ragazzo risponde al nome di Enzo Pugliese, 23 anni compiuti a febbraio, residente in via Marco Polo, in quel rione Cavalleggeri d’Aosta che da tempo ospita una guerra di camorra. Da una parte i Giannelli, che rivendicano la paternità sulla zona, dall’altra gli Esposito di Bagnoli, che intendono marciare dalle parti di via Diocleziano con l’obiettivo dichiarato di estendersi verso Fuorigrotta, il quartiere più ambito dell’area flegrea, grazie anche alla spinta della potente cosca dei Licciardi della Masseria Cardone di Secondigliano.

Residente in via Marco Polo e fino a tre giorni fa costretto anche a non lasciare l’appartamento, dove era ristretto ai domiciliari, Pugliese è ritenuto dagli inquirenti vicino agli ambienti del clan Esposito di Massimiliano ’o scognato. Non un affiliato, ma un soggetto che frequenta l’organizzazione criminale con quartier generale in via di Niso.

Sabato sera gli sono piombati in casa i Falchi della Squadra Mobile. I poliziotti, durante un servizio di contrasto allo spaccio di sostanze stupefacenti, hanno effettuato un controllo presso l’abitazione del giovane dove hanno rinvenuto un involucro con circa 5,2 grammi di cocaina, 12 bustine contenenti circa 18,4 grammi di marijuana, 9 involucri con circa 42 grammi di hashish, un bilancino di precisione, diverso materiale per il confezionamento della droga. Non solo: ad avvalorare la tesi della centrale dello spaccio, c’erano due telecamere collegate ad un impianto di videosorveglianza che inquadrava il ballatoio e la porta d’ingresso dell’abitazione e 26.915 euro.

Pugliese, già sottoposto alla misura alternativa della detenzione domiciliare, è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo le formalità di rito è stato trasferito dietro le sbarre. Il Rione Cavalleggeri d’Aosta si infiamma. Lo raccontano gli ultimi fatti di cronaca. L’ultimo raid di piombo risale alla notte di sabato 26 novembre. La polizia era stata chiamata a intervenire dopo una segnalazione degli abitanti per colpi d’arma da fuoco.

Precipitatasi sul posto per il sopralluogo, la Scientifica hanno recuperato quattro bossoli Winchester nel cortile del fabbricato. Erano ancora caldi. Qualcuno era entrato nella corte interna per sparare contro un’abitazione. Quasi una sfida. I residenti potrebbero aver assistito al raid. Intanto gli agenti hanno contattato i Pronto soccorso nella zona, ma non risultavano persone con ferite da proiettili. Tempo venti minuti e sono scattate le verifiche. Agli specialisti della Squadra Mobile e della giudiziaria del commissariato San Paolo il compito di ascoltare le persone residenti nell’edificio. Quindi la scoperta: nell’appartamento preso di mira vive Enzo Pugliese. Secondo le forze dell’ordine, frequenta personaggi vicini al gruppo Esposito di Bagnoli. Di più: gli Esposito sono scesi in guerra contro i Giannelli. Tutti vogliono spadroneggiare a Cavalleggeri. E in una situazione tesa come questa basta poco: un’amicizia, anche una frequentazione può scatenare l’ira dei commando. Può far entrare una persona nel mirino di un gruppo di fuoco. E’ la pista sul tavolo della Procura, che comunque non esclude altre ipotesi, come una lite tra ragazzi poco prima degli spari. Pugliese si sposta anche di frequente al Rione Traiano, dove ha parenti. Altra zona calda della città. Gli accertamenti della polizia proseguono in più direzioni. Lo scenario è complesso e la ‘mappa’ frammentata – racconta un investigatore esperto – bisognerà attendere i prossimi eventi per capire qual è la pista giusta.

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