Nei ‘libri dei sogni’ il Sud non c’è

Tutti d’accordo sui soldi del Pnrr: al Mezzogiorno viene promesso solo ciò che già gli spetta

NAPOLI – La campagna elettorale è giunta alle battute finali e i partiti sembrano essersi resi conto proprio all’ultimo istante che il Sud può essere decisivo per il risultato. Peccato se ne siano ricordati soltanto adesso, a differenza del momento in cui sono stati messi a punto i programmi da proporre ai cittadini. Il Mezzogiorno è stato sostanzialmente trascurato anche nei ‘libri dei sogni’ che gli strateghi dei partiti hanno scritto nei caldissimi giorni successivi allo scioglimento delle Camere. C’è un solo punto che mette tutti d’accordo: bisogna fare in modo che il Sud non perda i fondi assegnati dal Pnrr. La rinegoziazione di cui si discute in questi giorni è solo uno slogan mediatico, nei programmi non c’è traccia di questo. Sostanzialmente viene promesso soltanto quello che già spetta alle regioni dal Tevere in giù. La Campania non viene nemmeno citata (nonostante sia la terza regione d’Italia), la questione meridionale per le forze politiche non esiste più. Oppure, più semplicemente, nessuno ha la più pallida idea di come affrontarla o risolverla. E quindi meglio non parlarne. Il Partito democratico e Azione-Italia Viva hanno dato maggiore spazio alle proposte per il Sud anche se con ricette (l’utilizzo dei fondi europei e nazionali e il miglioramento del turismo e della connettività) che sono presenti ormai da decenni negli elenchi delle possibili mirabolanti imprese dei futuri statisti che avranno l’onere e l’onore di sedere nelle stanze dei bottoni. Il centrodestra, al di là di una generica lotta alle mafie e al terrorismo (e ci mancherebbe altro) e della costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, si è sentito di garantire la “piena attuazione delle misure previste per il Sud Italia e le aree svantaggiate”. Anche in questo caso non viene fatto altro che offrire qualcosa che già appartiene al Mezzogiorno, niente di più. Come fa, dal canto suo, il Movimento 5 Stelle che promette la stabilizzazione di ‘Decontribuzione Sud’, che serve a limitare le imposte sul lavoro e garantire occupazione. In più, però, i grillini dichiarano prioritario l’incremento degli investimenti per ridurre le dispersione idrica e potenziare la depurazione. Più radicali le proposte degli outsider della sfida elettorale di domenica: basti pensare alle ruspe evocate contro l’abusivismo edilizio da Italexit o l’aumento degli importi di pensioni minime e Reddito di cittadinanza di Unione Popolare, che mette nero su bianco di voler “porre fine alla colonizzazione”. Sul sostegno agli amministratori locali puntano, invece, Noi di Centro ed Europa Verde-Sinistra Italiana. Impegno civico la parola Sud non l’ha neanche scritta nel programma, così come Italia Sovrana e Popolare e +Europa. I partiti si dividono in maniera netta soltanto sul tema dell’autonomia differenziata. Tracce di ideologia. Di attenzione al Sud, invece, neanche l’ombra. Restano le chiacchiere. Tante, troppe. Inutili.

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