Nel bergamasco muore operaio 36enne. Landini: “Patente a punti per aziende”

Ancora un morto sul lavoro in Italia, in una strage che continua silenziosa a mietere vittime.

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

MILANO – Ancora un morto sul lavoro in Italia, in una strage che continua silenziosa a mietere vittime. Questa volta a perdere la vita è stato un operaio di 36 anni precipitato da un’altezza di 8 metri mentre era al lavoro in un cantiere nei pressi dell’azienda Toora Casting, San Paolo d’Argon. L’uomo è precipitato da diversi metri di altezza per cause ancora da accertare: sul posto i soccorritori hanno potuto solo dichiararne il decesso.

Poche ore dopo, ancora nella provincia di Bergamo, un altro gravissimo infortunio avvenuto presso l’azienda Radici Fil a Casnigo dove un camionista di 49 anni di una ditta esterna è stato investito da una sostanza liquida – denominata caprolattame – contenuto nell’autocisterna durante le operazioni di collegamenti preliminari allo scarico. L’uomo è stato portato in ospedale nel capoluogo con gravi ustioni.

Ventiquattro ore prima, un altro morto, a San Giovanni Rotondo, nel Foggiano, dove un operaio di 47 anni, è rimasto schiacciato da una lastra di calcestruzzo. Solo nell’arco di una settimana, si contano altre vittime: il 5 agosto è morto un operaio di 53 anni in un cantiere dell’autostrada A15 nei pressi di Parma. Il 3 agosto invece è stata Laila El Harim, 41enne della provincia di Modena, a perdere la vita: la donna era rimasta incastrata nella fustellatrice della ditta Bombonette di Camposanto, sempre nel modenese.

Di lavoro dunque si continua a morire. “Nel 2021 le denunce da infortunio state oltre 675mila. Serve un veramente un cambio di rotta, un salto di qualità sulla sicurezza nel lavoro. La prevenzione è fondamentale”, ha ricordato il presidente dell’Inail Franco Bettoni, intervistato da Radio Anch’io Rai.

“Serve un piano nazionale della salute e sicurezza” sul lavoro.

“Abbiamo chiesto al governo e al presidente del Consiglio di attivare fin da subito anche ad agosto un tavolo di confronto” con le parti sociali, ha rilanciato dalla stessa trasmissione il segretario della Cgil Maurizio Landini che ha lanciato l’idea di una patente a punti per le imprese. “C’è bisogno di inserire una patente a punti per le imprese in modo che, se non rispettano le norme, non possano partecipare alle gare”, ha rilanciato Landini ricordando che la legislazione italiana sul tema sicurezza “va applicata, perché è molto avanzata. Il punto è come applicarla. Per questo credo che la patente a punti sia importate. Non ci posso essere imprese che non rispettano le regole”.

Di sanzioni pesanti ha invece parlato il segretario generale della Cisl Luigi Sbarra: “Una situazione incresciosa che reclama interventi urgenti per intensificare i controlli e sanzionare pesantemente le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza”.

Di Lorena Cacace

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