Omicidio di Voghera, i familiari della vittima: “Andava aiutato”

Massimo Adriatici

VOGHERA  “Andava curato perché non faceva male a nessuno ed era malato”. Queste le parole di Debora Piazza, l’avvocato che difende i familiari di Youns El Boussettaoui, morto dopo aver aggredito l’assessore Massimo Adriatici ed essere stato colpito dal colpo di pistola. “Non siamo nemmeno stati avvisati dell’autopsia – ha aggiunto il legale – perché pensavano non avesse parenti, che invece sono tutti italiani”. Ma la sorella della vittima non ci sta: “Gli hanno sparato in piazza, davanti a tantissime persone – ha dichiarato – E adesso l’assassino è a casa sua. Dov’è la legge in questa Italia?”. Secondo la signora Youns El Boussettaoui “era una persona non pericolosa, che aveva solo bisogno di essere aiutata”. E ha poi aggiunto: “Mio fratello era disarmato, aveva un fucile? Aveva una pistola in mano mio fratello? Rispondetemi! No, mio fratello non aveva nessuna arma in mano. E’ stato ammazzato davanti alle persone e chi l’ha ucciso adesso si trova a casa sua. Io voglio sapere se qua in Italia ammazzare o sparare è una cosa legale”. Youns lascia un bambino di otto anni e una bimba di cinque. Adriatici è stato arrestato per eccesso colposo in legittima difesa, ora è ai domiciliari.

Vita anarchica
La sorella, sopraffatta dal dolore, cerca di trovare anche in se stessa le motivazioni adeguate a giustifica di un comportamento anarchico del fratello che preferiva anche dormire per strada: “La nostra famiglia cercava di aiutarlo – ha dichiarato – Si sentiva più tranquillo a dormire sulle panchine. L’altro giorno l’ha visto mio marito, è venuto a prenderlo. Abbiamo chiamato i carabinieri a Livorno Ferraris (Vercelli), possono testimoniare. L’abbiamo portato all’ospedale ma lui è scappato dall’ospedale. I carabinieri di Livorno Ferraris hanno chiamato i carabinieri di Voghera per poter prendere Youns, non perché fa male a qualcuno, è per lui, per difendere mio fratello”

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