Pavia, organizzano un agguato per uccidere l’ex socio in affari: 4 arresti

Quattro persone arrestate dai carabinieri di Vigevano (Pavia) per la spedizione punitiva messa in atto il 20 settembre scorso nel comune di Confienza ai danni di un 50enne già detenuto ai domiciliari

Foto LaPresse - Claudio Furlan

PAVIA (LaPresse) – Pavia, organizzano un agguato per uccidere l’ex socio in affari: 4 arresti. Quattro persone arrestate dai carabinieri di Vigevano (Pavia) per la spedizione punitiva messa in atto il 20 settembre scorso nel comune di Confienza ai danni di un 50enne già detenuto ai domiciliari.

I destinatari, tutti italiani tra i 32 e i 40 anni. Sono finiti in manette in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Carlo Pasta di Pavia. Le accuse sono tentato omicidio pluriaggravato in concorso e porto abusivo di armi. Secondo gli investigatori l’agguato è nato con l’intento di zittire la vittima. Ritenuta ‘infame’ per aver fatto alcune dichiarazioni su di loro. Con i quali si era reso compartecipe nel passato di alcune attività illegali legate alla droga. Una quarta persona, di 58 anni, denunciata a piede libero. L’operazione ha impiegato circa 50 militari e quasi 20 automezzi dell’Arma. Ma anche il Nucleo elicotteri e il Nucleo cinofili dei carabinieri di Orio al Serio (Bergamo) e di Casatenovo (Lecco).

Pavia, spedizione punitiva in pieno giorno

I cinque, in pieno giorno, “non hanno esitato ad organizzare una spedizione punitiva”, si legge in una nota del Comando provinciale carabinieri di Pavia. Si sono recati a casa della vittima, ai domiciliari a Confienza, “a bordo di due veicoli, armati di pistola e mazze da baseball in alluminio e legno, massacrandolo sino a cagionargli lesioni, che lo portavano ad una prima prognosi riservata, e tentando di finirlo con un colpo di arma da fuoco, evento poi non verificatosi per l’intervento della madre di uno dei componenti che nascondeva l’arma e ordinava al gruppo di non terminare l’azione delittuosa”.

Gli arrestati, ledi origini piemontesi e calabresi, ben radicati sul territorio lomellino, “negli ultimi anni erano stati in grado di ingenerare nel quotidiano sociale di quella piccola comunità un clima omertoso di insicurezza e paura che ha creato l’humus perfetto per le loro attività illegali”, continuano gli investigatori.

Durante le perquisizioni sono stati sequestrati una pistola Tanfoglio illegalmente detenuta 9X21, munizioni varie, 50 grammi di cocaina, 15 grammi di marjuana, materiale per il confezionamento delle dosi e denaro contante. Le posizioni di altre persone sono all’esame dell’autorità giudiziaria. Inoltre, in una delle abitazioni trovata una immagine su tessuto della Madonna della Montagna di Polsi, a cui la ‘ndrangheta è devotissima.

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