Pd Campania, assemblea da rivoluzionare. Graziano aspetta il via libera

Da cambiare metà dei componenti, i tempi si allungano: unanimità difficile

Stefano Graziano

NAPOLI – Il Pd volta pagina dopo le dimissioni del segretario regionale Leo Annunziata, Roma chiede unanimità sulla scelta del successore e blocca i deluchiani che avrebbero voluto convocare l’assemblea per eleggere il nuovo segretario per lunedì. Prendere tempo fa gioco a tutti, compreso chi vorrebbe chiudere la partita a stretto giro, non solo perché dell’assemblea regionale vanno sostituti almeno un centinaio di componenti, ma anche perché sul nome di Stefano Graziano al posto di Annunziata c’è un accordo, ma difficilmente si otterrebbe il voto unanime. L’area che fa riferimento, per esempio, al deputato Umberto Del Basso De Caro non sembra disponibile a convergere sull’ex presidente del partito campano, lo stesso sembra valere per il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero. Al momento, stando a voci di partito, i deluchiani sperano ancora di riuscire a sbloccare la partita e ottenere il via libera alla convocazione dell’assemblea, ma finché resterà il diktat rispetto all’elezione all’unanimità, difficile che i loro ‘desiderata’ si realizzino. A meno che non si trovi un accordo tra Roma e Napoli su un nome diverso da quello di Graziano, considerato vicino sia al leader Enrico Letta che al numero uno di palazzo Santa Lucia. Nel frattempo, quel che resta della segreteria regionale ha il compito di ricomporre l’assemblea campana piddina che non viene convocata da tempo immemore e che è destinata a cambiare volto quasi per la metà dei suoi componenti. Le regole sono regole ed è chiaro che chi dal 2019 ad oggi non ha rinnovato la tessera del partito e chi, durante le tante tornate elettorali, quelle Amministrative e Regionali, ha deciso di candidarsi con altri partiti o liste diverse da quelle del Pd, non può più far parte dell’organismo partitico. Il meccanismo di sostituzione è semplice: ad ogni fuoriuscito deve subentrare un dem della lista di Annunziata, Del Basso De Caro, o Armida Filippelli che nel 2019 erano i candidati in corsa per la segreteria, stando attenti a rispettare la rappresentanza di genere. Considerato che le persone da sostituire sono quasi la metà, c’è da chiedersi se numericamente il vivaio ‘liste’ basta a completare l’assemblea che decidere solo se legittimata nella composizione e, alla prova dei fatti, nel numero legale. Ad oggi, la posizione maggioritaria all’interno del Pd è quella che chiede l’elezione di un nuovo segretario preferendola all’ipotesi di un commissariamento. Ciò significa dover sbloccare le trattative interne sul nome di Graziano per portarlo all’elezione all’unanimità a meno che le aspettative romane non si abbassino e ci si accontenti dell’elezione a maggioranza. In quel caso non dovrebbero esserci problemi. I tempi non possono dilatarsi troppo considerato l’avvicinarsi dei prossimi appuntamenti elettorali, dalle Amministrative alle Politiche. Ne sono consapevoli i vertici romani e ne sono coscienti anche De Luca e Graziano. Le prossime ore saranno decisive per capire se i dem nostrani riusciranno ad evitare che a gestire il partito sia un commissario. Del resto, per chi ha memoria, i commissariamenti non hanno mai portato bene al Pd.

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