Pd-deluchiani, finita la tregua: faida tra coalizioni nei Comuni

Problemi nelle città non capoluogo al voto: Casillo, Topo e l’area Letta-Zingaretti chiedono unità e candidati condivisi. Il governatore e i suoi ‘civici’ pronti a schierare le liste contro il democrat. Tutti a confronto con Mastursi dopo Pasqua

NAPOLI (Anastasia Leonardo) – Finisce la pace di Pasqua in casa Pd, ma continua quello che nell’organizzazione delle Amministrative sembra essere un percorso di ‘passione’. Al voto a settembre non andranno solo i capoluoghi di provincia come Napoli, Caserta, Benevento e Salerno, ma anche grandi e piccoli Comuni, al di sopra o al di sotto dei 15 mila abitanti, e il deputato Lello Topo e il capogruppo in consiglio regionale Mario Casillo insieme agli esponenti della corrente zingarettiana-lettiana chiedono chiarezza al presidente della Regione Vincenzo De Luca e ai suoi uomini rispetto alle alleanze. Se a Napoli è possibile ritrovarsi a sostenere lo stesso candidato (probabilmente l’ex ministro Gaetano Manfredi) e a Caserta si lavora per trovare la quadra attorno al sindaco uscente Carlo Marino, nei Comuni minori il rischio è che ognuno corra per sé. Ma per i dem la preoccupazione maggiore è quella di ritrovarsi in coalizioni diverse rispetto agli uomini a cui De Luca ha assegnato il compito di comporre diverse liste civiche. Per esempio le liste Campania Libera, La Città e quelle riferibili ai consiglieri regionali Peppe Sommese, Carmine Mocerino, Paola Raia, Francesco Emilio Borrelli, Fulvio Frezza, Giovanni Zannini, Raffaele Pisacane e gli uomini di Clemente Mastella in che campo giocheranno? E i renziani saranno ancora al fianco del governatore pronti a supportarlo come si è già verificato alle scorse Amministrative a Casoria, Pomigliano o Giugliano? Quest’ultimo caso è emblematico poiché il Pd è in maggioranza col sindaco Nicola Pirozzi i deluchiani all’opposizione. Lo stesso De Luca non evita stoccate al primo cittadino, l’ultima sui rifiuti.

Chiarire la posizione di ognuno è necessario per evitare di farsi lo sgambetto vicendevolmente. Quello in corso è l’ennesimo braccio di ferro tra il numero uno di palazzo Santa Lucia e il resto del partito. Ognuno cerca di fare il possibile per spostare gli equilibri in proprio favore. Ed è in quest’ottica che il vicepresidente della giunta regionale Fulvio Bonavitacola, il segretario campano Leo Annunziata, il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero e il capo della segreteria del presidente Nello Mastursi stanno lavorando per spostare il maggior numero di dem sulle posizioni di De Luca. Con loro i tanti ex consiglieri regionali Antonio Marciano, Stefano Graziano, Rosetta D’Amelio e Nicola Marrazzo (il figlio di quest’ultimo potrebbe candidarsi fuori dalle liste Pd a Napoli). Se il tentativo andrà a buon fine si capirà già la prossima settimana, quando ci sarà un primo incontro proprio con Mastursi. Certo è che pensare di annullare il correntismo piddino e portare tutti sulle medesime posizioni è un assurdo. Il duo Topo-Casillo non si ‘assoggetterà’ mai ai voleri del governatore e viceversa. A differenza di Italia Viva e dei renziani che non godendo di un forte radicamento territoriale più che trainare vanno al traino di De Luca e ne sposano aprioristicamente richieste e posizioni.

Il Pd fino a qualche tempo fa si è focalizzato solo ed esclusivamente sull’alleanza con il M5S e su come strutturarla a Napoli adesso va al recupero con i suoi capibastone per evitare che le divergenze si cancrenizzino nel posizionamento alle Amministrative nei tanti Comuni al voto. Anche a Benevento il fatto che De Luca sembri ben disposto a sostenere il sindaco uscente Mastella crea non poche frizioni all’interno del Pd.

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