Pd, Zanda: “Una scissione sarebbe un trauma, chi se ne va non pretenda l’assenso”

Le parole del tesoriere del Partito Democratico

Luigi Zanda (Foto Fabio Cimaglia / LaPresse)

MILANO – “Fino all’ultimo dobbiamo sperare che la scissione sia solo un brutto sogno”. Lo premette Luigi Zanda, senatore e tesoriere del Pd, in un’intervista a Repubblica in cui ammette che però “non si può neanche continuare a parlarne su giornali e tv senza chiarirne il significato, senza chiudere con una decisione, in un senso o nell’altro”.

Secondo il senatore “questa minaccia incombente condanna il governo, e di conseguenza il Paese, a restare sospesi nel limbo: in una situazione di incertezza che fa male a entrambi. Col rischio concreto che la destra autoritaria ed eversiva di Salvini rialzi la testa”. Zanda spera “in un sussulto di responsabilità da parte di Renzi: rompere il Pd significa indebolire sia il Conte Due sia la maggioranza, costretta a tenere conto di un altro interlocutore e di nuovi equilibri. Si inserirebbe un elemento di instabilità di cui in questa fase non si sente il bisogno”.

Il senatore afferma che Renzi “è sempre stato convinto che fosse necessario attirare i voti della destra. Lo pensava e lo diceva, sebbene in modo diverso, anche da segretario del Pd. Io naturalmente gli faccio i miei auguri, ma non credo proprio che oggi chi si considera berlusconiano, o sostiene Salvini, o fa il tifo per la Meloni possa facilmente trasformarsi in renziano”.

(LaPresse)

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