Rai, l’ad Salini: “Con il nuovo piano via vecchi feudi e potentati”

Foto LaPresse -Andrea Negro in foto Fabrizio Salini

MILANO – La sfida per la Rai “è cambiare o rimanere arroccati a feudi e potentati, tra il futuro o il passato legato a vecchie logiche. Puntare sui contenuti ci consentirà di aprirci al mercato, di esaltare le professionalità. Di innovarci stiamo semplicemente lavorando con molto impegno, come milioni di persone, per rendere finalmente la Rai migliore non solo per domani ma per il suo futuro”. Lo ha scritto l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini. In una lettera aperta al ‘Corriere delle Sera’ nella quale difende il proprio piano industriale che porterà “la Rai in una nuova era”.

Quello messo a punto dall’ad Salini “è un piano che ha come obiettivo di render e la Rai più indipendente – ha aggiunto. Perché, scegliendo di porre al centro il contenuto, mette le qualità professionali di ciascuno al servizio del prodotto per cui sta lavorando. È un piano che guarda ai giovani. Esaltando la visione multipiattaforma che ci fa guardare la mattina un contenuto su uno smartphone, il pomeriggio su un tablet en la sera su un televisore.

È un piano – prosegue – nell’interesse di tutta l’industria dell’audiovisivo. In questi 7 mesi in cui sono alla guida della Rai il razionalizzare le risorse, evitare gli sprechi, aver rispetto per ogni euro che i cittadini pagano con il canone. È un piano che prevede di azzerar e il gap tecnologico e digitale. È un piano – spiega ancora Salini – che, seguendo i modelli europei più riusciti, ci consegnerà una Rai non più chiusa in se stessa. Ma aperta ai nuovi talenti e alla creatività e pronta a una competizione che è quella che le spetta e che finalmente merita”.

“Sono certo che l’impostazione del piano – conclude Salini – avrà al suo fianco la maggioranza di chi ogni mattina esce di casa per venire nelle nostre sedi a lavorare. Gettando il cuore oltre l’ostacolo per superare il caos dei pochi che passano il tempo a cercarsi una poltrona migliore. Non è questa la Rai, non sarà mai la mia e quella della stragrande maggioranza di dipendenti che amano” la Rai.

(LaPresse)


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