Rapina e spari a Lusciano, arrestati il nipote del boss e altri 4 NOMI E FOTO

NAPOLI – Rapina a colpi di pistola a Lusciano, vittime ferite per aver reagito. Cinque arresti e un obbligo di firma. In carcere Enzo Iadonisi, alias ’o menat, 40 anni, Giuseppe Ciotola, 25 anni e Carlo Siviglia, 35 anni. Ai domiciliari Raffaele Costanzo, 22 anni e Angelo Capuano, 46 anni, detto ’o luong. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Aurelio Castellano, alias Manuele, 31 anni. Abitano nel quartiere Fuorigrotta. Iadonisi è il nipote dell’ergastolano Franco Iadonisi (estraneo all’indagine), considerato dagli inquirenti un boss del rione Lauro.

I fatti. L’operazione all’alba di ieri: i carabinieri della sezione operativa di Aversa, con l’ausilio di personale della stazione di Lusciano, dopo l’indagine diretta dalla Procura di Napoli Nord, hanno eseguito l’ordinanza del gip di Napoli Nord. Gli investigatori dell’Arma fanno sapere che le verifiche hanno consentito di raccogliere indizi di colpevolezza nei confronti delle persone sottoposte alle indagini, in ordine alla commissione dei reati, a vario titolo, di rapina aggravata e lesioni personali aggravate dall’uso delle armi, porto e detenzione abusiva di arma da fuoco e spaccio di sostanze stupefacenti. Tutto parte dalla rapina il 5 giugno 2022 a Lusciano ad opera di due persone a bordo di uno scooter nei confronti di una coppia di giovani che si trovavano all’interno della loro auto. Dopo aver seguito la coppia, si affiancavano alla autovettura e minacciavano i passeggeri con una pistola calibro 38 special, intimando loro di consegnare l’orologio Rolex, che una delle vittime aveva al polso, nonché oggetti d’oro in loro possesso. Ad un accenno di reazione da parte delle vittime, aprivano il fuoco, ferendoli entrambi e fuggendo con la refurtiva.

Le successive indagini consentivano di acquisire i primi importanti elementi indiziari attraverso l’analisi delle registrazioni e della cronologia dei passaggi dei veicoli ripresi dalle telecamere dei sistemi di videosorveglianza collocati in diversi punti del percorso seguito dalle vittime e la successiva e minuziosa verifica dei movimenti e dell’intestazione dello scooter utilizzato per commettere la rapina. In seguito, si procedeva alla comparazione delle fattezze fisiche dei rapinatori, così come riprese dalle telecamere, con quelle riconducibili ad un giovane che viaggiava come terzo trasportato su un altro scooter, che transitava qualche giorno prima della rapina nel territorio di Giugliano insieme con quello utilizzato dai rapinatori.

Poi le intercettazioni di conversazioni tra presenti e servizi di osservazione e pedinamento, concentrati inizialmente sul soggetto che aveva la disponibilità dello scooter su cui era stato individuato il rapinatore e, successivamente, sui soggetti che costantemente avevano rapporti e contatti con lui. Da qui i riflettori della Procura sulle rapine di orologi Rolex e attività di spaccio di stupefacenti. Sempre gli inquirenti fanno sapere che “le indagini ricevevano un ulteriore impulso allorquando dalle conversazioni intercettate emergeva la pianificazione di un omicidio ai danni di un appartenente ad un gruppo rivale, da eseguirsi con l’uso di armi automatiche clandestinamente detenute. Il tempestivo intervento dei carabinieri con l’arresto dei due soggetti intercettati, avvenuto il 2 ottobre 2022, interrompeva il progetto omicidiario e consentiva di acquisire ulteriori elementi utili alla ricostruzione della rapina”. Poi il sequestro di una pistola calibro 38 rinvenuta nella camera d’albergo in cui i due arrestati soggiornavano stabilmente (risultata da accertamenti balistici compatibile con quella usata per ferire le vittime della rapina e per impossessarsi del Rolex). Non solo. Nel parcheggio dell’hotel trovati la moto e il casco dei rapinatori, ripresi dalle telecamere. Verifiche nei cellulari degli indagati. Enzo Iadonisi è difeso dall’avvocato Paolo Gallina. Costanzo dall’avvocato Ferdinando Letizia. Nel collegio difensivo i legali Fabiano Zagaria, Ferdinando Romani, Antonella Regine e Giuseppe Pezone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome