Reddito di cittadinanza, 600mila domande al Caf: 91% italiani, 9% stranieri

La capacità organizzativa dei centri di assistenza fiscale è stata messa a dura prova

Foto Cecilia Fabiano - LaPresse

ROMA – Con la fine del mese di marzo si chiude la prima fase della raccolta delle domande relative al Reddito di Cittadinanza. Dai prossimi giorni l’INPS inizierà il vaglio delle richieste che sono state depositate o prenotate presso i Centri di Assistenza Fiscale (CAF) dai cittadini italiani. Ad oggi sono salite a oltre 600.000. Le domande incamerate dai CAF sono state presentate da circa 500.000 persone e a questo numero si aggiungono circa 100.000 appuntamenti fissati dagli sportelli per parte del mese di aprile.

Reddito di cittadinanza, Caf presi d’assalto

La capacità organizzativa dei Centri è stata messa a dura prova e solo l’ultra ventennale esperienza nell’assistenza agli utenti in tutta Italia ha consentito di erogare un servizio preciso e personalizzato e una fruizione dei Centri regolare e ordinata. Vista la contemporanea affluenza per tutte le DSU per l’ISEE, richieste per molte altre prestazioni e la predisposizione della campagna mod. 730, che partirà tra pochissimi giorni.

Le novità introdotte dal dl

Cosa accadrà ora con la conversione del decreto in Legge, avvenuta ieri sera?: “L’introduzione in sede di conversione di nuovi parametri, per alcune tipologie, per l’accesso al reddito di Cittadinanza e la previsione di risorse aggiuntive a favore di determinati nuclei familiari, con particolare riguardo alle famiglie con disabili – affermano Massimo Bagnoli e Mauro Soldini, Coordinatori della Consulta Nazionale dei CAF – ha determinato la necessità da parte dell’INPS di una sostanziale modifica del modello di domanda e del relativo processo di invio telematico”.

Adeguamenti alle procedure in atto

“A questi adeguamenti delle procedure, introdotte in corsa, i CAF stanno rispondendo con la consueta capacità gestionale. E, soprattutto, con l’attenzione e il rigore che portano a non penalizzare in alcun modo i cittadini. Anche se saranno inevitabili dei disagi per coloro che nei prossimi giorni di rivolgeranno alle nostre strutture”.

I numeri del reddito di cittadinanza

Proprio le persone che hanno presentato richiesta per il provvedimento, a nome del proprio nucleo familiare, sono state fotografate in un panel che ne individua gli aspetti numericamente più rilevanti. Complessivamente, nelle 10 città considerate a campione, le domande presentate dai maschi sono il 47% mentre quelle delle donne il 53%. Ai CAF si sono rivolti l’8% di under 30, il 75% di cittadini tra i 30 e i 67 anni e il 17% di potenziali pensionati. Come nella precedente rilevazione, a chiedere il RdC sono stati il 91% degli Italiani – il dato è comprensivo dei cittadini UE residenti nel nostro Paese – e il 9% degli stranieri, anch’essi residenti in Italia.

Le richieste inoltrate da italiani e stranieri

In particolare, al Nord (Torino, Milano e Venezia) la suddivisione di genere è pari (un salomonico 50%), i giovani sono il 5%, le persone fino ai 67 anni il 77% e oltre a quell’età il 18%. Il dato degli stranieri, rispetto alla media nazionale, sale al 12% mentre l’88% è rappresentato da cittadini italiani e comunitari. Al Centro (Livorno, Grosseto e Roma) una differenza interessante è data dal numero di domande presentato dalle donne, ben il 58%. A fronte del 42% presentato dagli uomini.

Il 23% sono over 67, solo il 4% i giovani

I giovani sono il 4% (il dato più basso del panel) mentre gli over 67 sono il 23%. Che risulta essere il dato più alto della rilevazione rispetto all’età. I richiedenti tra i 30 e i 67 anni sono il 73%. Anche il numero degli stranieri risulta essere il più alto: il 18% a fronte delle domande degli italiani e comunitari all’82%.

I numeri del reddito al Sud

Al Sud (Napoli, Bari, Cosenza e Palermo) i giovani under 30 che sono andati agli sportelli dei CAF sono l’11%, gli over 67 il 13% e il 76% sono le restanti fasce d’età. Di poco prevalgono le domande presentate dalle donne, il 51% contro il 49% degli uomini. Mentre viene confermato il dato più basso del panel relativamente alle richieste inoltrate dagli stranieri. Sono solo il 3% rispetto al 97% di quelle depositate dagli Italiani e dai residenti comunitari nel nostro Paese.

(LaPresse/di Donatella Di Nitto)

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