Reddito di cittadinanza, Toti: “Il miglior reddito si chiama lavoro”

"Leggo sui giornali un animato dibattito sul reddito di cittadinanza. All'improvviso, di colpo, tanti vorrebbero cambiarlo. Dico giustamente, anzi, dico da sempre, che non andava proprio fatto"

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse 12 Maggio 2021 Roma (Italia) Cronaca : Veglia per Israele e la pace in Medioriente a Portico D’Ottavia Nella Foto : Giovanni Toti Photo Cecilia Fabiano/ LaPresse May 12 , 2021 Roma (Italy) News : Demonstration in solidarity of Israel and for peace in Middle East In The Pic : Giovanni Toti

Roma, 30 ago. (LaPresse) – “Leggo sui giornali un animato dibattito sul reddito di cittadinanza. All’improvviso, di colpo, tanti vorrebbero cambiarlo. Dico giustamente, anzi, dico da sempre, che non andava proprio fatto. Ma è altrettanto vero che dopo due anni difficili come quelli che abbiamo passato, serve una forma di reddito che aiuti chi ha perso il lavoro, la propria fonte di sostentamento, la propria attività. È possibile conciliare queste cose in modo virtuoso? Io credo proprio di sì”. Lo scrive in una nota il presidente della Liguria e cofondatore di Coraggio Italia, Giovanni Toti.

“Per fortuna – prosegue- l’Italia è tornata a crescere e, stando alle stime, crescerà molto nei prossimi anni. Questo vuol dire che avremo bisogno di più lavoratori. E visto che il mondo è cambiato tanto, spesso avremo bisogno di lavoratori con capacità diverse e che sappiano fare mestieri diversi da quelli che facevano prima.

Oggi il reddito di cittadinanza produce un effetto distorsivo in questo senso: anziché accompagnare le persone verso un nuovo impiego, le spinge a restare a casa. Così loro non tornano nel mondo del lavoro, si accontentano di vivere con il sussidio e le imprese non trovano lavoratori: già durante quest’estate sono mancati camerieri, personale per gli hotel, lavoratori specializzati in tanti campi del terziario. E sempre più mancheranno: tecnici, esperti in computer, lavoratori delle molte agenzie di servizi online. Solo per limitarmi alle professionalità più “semplici”.

Roma, 30 ago. (LaPresse) – “Leggo sui giornali un animato dibattito sul reddito di cittadinanza. All’improvviso, di colpo, tanti vorrebbero cambiarlo. Dico giustamente, anzi, dico da sempre, che non andava proprio fatto. Ma è altrettanto vero che dopo due anni difficili come quelli che abbiamo passato, serve una forma di reddito che aiuti chi ha perso il lavoro, la propria fonte di sostentamento, la propria attività. È possibile conciliare queste cose in modo virtuoso? Io credo proprio di sì”. Lo scrive in una nota il presidente della Liguria e cofondatore di Coraggio Italia, Giovanni Toti.

“Per fortuna – prosegue- l’Italia è tornata a crescere e, stando alle stime, crescerà molto nei prossimi anni. Questo vuol dire che avremo bisogno di più lavoratori. E visto che il mondo è cambiato tanto, spesso avremo bisogno di lavoratori con capacità diverse e che sappiano fare mestieri diversi da quelli che facevano prima.

Oggi il reddito di cittadinanza produce un effetto distorsivo in questo senso: anziché accompagnare le persone verso un nuovo impiego, le spinge a restare a casa. Così loro non tornano nel mondo del lavoro, si accontentano di vivere con il sussidio e le imprese non trovano lavoratori: già durante quest’estate sono mancati camerieri, personale per gli hotel, lavoratori specializzati in tanti campi del terziario. E sempre più mancheranno: tecnici, esperti in computer, lavoratori delle molte agenzie di servizi online. Solo per limitarmi alle professionalità più “semplici”.

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