Riforme, l’alleanza atlantica e il no al ricatto di Putin sull’energia: la premier Meloni si presenta alla Camera

Alle 17 il via alla discussione. Attesi gli interventi di Enrico Letta e Giuseppe Conte. Poi il voto di fiducia

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 25-10-2022 Roma (Italia) Politica Camera dei Deputati - Dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio Giorgia Meloni e voto di fiducia al governo Nella foto Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani 25-10-2022 Rome (Italy) Politics Chamber of Deputies - Programmatic statements by Prime Minister Giorgia Meloni and vote of confidence in the government In the pic Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Antonio Tajani

ROMA – “Dimostrerò il valore delle donne”. Parole del presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo discorso alla Camera per la fiducia. La nuova premier, prima di inoltrarsi nell’intervento, ha ringraziato il Capo dello Sato, Sergio Matterella e l’ex premier Mario Draghi. Un saluto lo ha rivolto anche a donne italiane come “Tina Anselmi, Nilde Iotti, Oriana Fallaci e Samantha Cristoforetti”.

Alle 17 i lavori dell’aula riperderanno con la discussione generale a cui prenderanno parte Enrico Letta e Giuseppe Conte. Poi la replica di Giorgia Meloni. Alle 17,30 prenderanno il via le dichiarazioni di voto e alle 19 ci sarà la chiama.

Il discorso

Alle 11 in punto Giorgia Meloni ha cominciato il suo discorso davanti ai deputati per ottenere la fiducia. “Ringrazio il centrodestra – ha esordito – che dopo essersi affermato alle urne ha dato vita a questo governo in uno dei lassi di tempo più brevi della storia repubblicana. Questo è il segno più tangibile di una coesione che alla prova dei fatti riesce sempre a superare le diverse sensibilità nel nome di un interesse più alto. Sento il peso di essere la prima donna, grazie a chi mi ha permesso di rompere il tetto di cristallo”.

La responsabilità

Meloni ha aggiunto che “tra i pesi che gravano su di me oggi, non può non esserci quello di essere la prima donna a capo di un governo. Penso alla responsabilità che ho nei confronti di quelle donne che affrontano difficoltà grandi e ingiuste per affermare il proprio talento, o per avere banalmente il diritto a vedere apprezzato i loro sacrifici quotidiani. Ma penso anche, con riverenza, a coloro che hanno costruito, con le assi del loro esempio, la scala che oggi permette a me di salire e di rompere il pesante tetto di cristallo che sta sulle nostre teste. Donne che hanno osato, per impeto, per ragione o per amore. Se dovremo fare scelte non comprese dai cittadini, lo faremo” ma “quello che intendiamo fare è garantire agli italiani, a tutti gli italiani, un futuro di maggiore libertà, giustizia, benessere e sicurezza.  E se per farlo dovremo scontentare alcuni potentati, o fare scelte che nell’immediato non saranno comprese da alcuni cittadini, non ci tireremo indietro. Perché il coraggio certo non ci difetta”.

Culla di cultura

La leader di Fratelli d’Italia ha poi proseguito: “L’Italia è la culla, insieme alla Grecia, della civiltà occidentale e del suo sistema di valori basato su libertà, uguaglianza e democrazia. Frutti che scaturiscono dalle radici classiche e giudaico-cristiane dell’Europa. Noi siamo eredi di San Benedetto, un italiano patrono principale dell’intera Europa. Non concepiamo – ha aggiunto – l’Unione europea come un circolo elitario con soci di Serie A e di Serie B. Per noi è la casa comune dei popoli europei, e come tale deve essere in grado di affrontare le grandi sfide della nostra epoca, a partire da quelle che gli Stati membri non possono affrontare da soli. Penso a scambi commerciali, ma anche approvvigionamento di materie prime e di energie, politiche migratorie, scelte geopolitiche, lotta al terrorismo. Ma l’Unione europea non sempre si è fatta trovare pronta: com’è possibile che ci si ritrovi a essere così esposti in materia di energia e materie prime? Serve un’integrazione più efficace per affrontare le sfide”.

Pace e sicurezza

Meloni ha poi spiegato come “l’alleanza atlantica fornisce alle nostre democrazie un quadro di pace e sicurezza che troppo spesso diamo per scontato. È dovere dell’Italia contribuirvi pienamente, perché ci piaccia o no, la libertà ha un costo. Voglio ringraziare le donne e gli uomini delle forze armate che hanno partecipato alle missioni all’estero, nei contesti più difficili, anche a costo della propria vita. La patria vi sarà sempre riconoscente”.

No ai ricatti

Poi ha affrontato la questione gas: “Cedere al ricatto di Putin sull’energia non risolverebbe il problema. Lo aggraverebbe, aprendo la strada a ulteriori ricatti. L’assenza di una risposta comune lascia spazio solo alle risposte nazionali, che rischiano di minare il mercato interno e la competitività delle nostre imprese. Sarà necessario mantenere e rafforzare le misure nazionali di supporto a famiglie e imprese, sia sul versante delle bollette che su quello del carburante. Un impegno finanziario imponente, che drenerà gran parte delle risorse reperibili, e ci costringerà a rinviare altri provvedimenti che avremmo voluto prendere già nella prossima legge di bilancio”.

L’aggiusto al Pnrr

E sul Pnrr ha promesso: “Lo aggiusteremo, d’accordo con la Commissione europea per ottimizzare la spesa, alla luce soprattutto dei rincari delle materie prime e dell’energia. Il rispetto delle scadenze future richiederà più attenzione. Spenderemo al meglio i soldi a fondo perduto e quelli ottenuti in prestito, senza ritardi e senza sprechi, concordando con la Commissione europea gli aggiustamenti necessari. Siamo fermamente convinti che l’Italia abbia bisogno di una riforma costituzionale in senso presidenziale, che restituisca centralità alla sovranità popolare. Vogliamo partire da un’ipotesi di semipresidenzialismo alla francese, ma siamo aperti ad altre idee. Ci confronteremo con tutte le forze in Parlamento. Ma non rinunceremo a riformare l’Italia se ci trovassimo di fronte opposizioni pregiudiziali. In questo caso – ha aggiunto – noi muoveremo secondo il mandato che ci è stato conferito su questo tema dagli italiani: dare all’Italia un sistema istituzionale nel quale chi vince governa per cinque anni e alla fine viene giudicato per quanto è riuscito a fare”.

Sovranità alimentare e fisco

Per Giorgia Meloni ‘sovranità alimentare’ non significa mettere fuori commercio l’ananas, come qualcuno ha detto, ma semplicemente “che non dipenderemo da nazioni lontane da noi per nutrire i nostri figli”. Mentre sulla questione fisco ha spiegato: “Il nostro piano fiscale si basa su tre pilastri. Il primo è ridurre la pressione fiscale su imprese e famiglie, attraverso una riforma all’insegna dell’equità. Penso ad esempio alla progressiva introduzione del quoziente familiare, ma anche all’estensione della tassa piatta per le partite Iva fino a 100mila euro. Il secondo pilastro è una tregua fiscale per consentire ai cittadini in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco. In ultimo, una lotta all’evasione che parta da evasori totali, grandi imprese e grandi frodi sull’Iva. Deve essere vera lotta all’evasione, non caccia al gettito”.

Pensioni e reddito di cittadinanza

Altro nodo cruciale, sono le pensioni. “La prossima legge di bilancio partirà dal rinnovo delle misure in scadenza a fine anno. Non ci sarà, quindi, il superamento definitivo della riforma Fornero a gennaio. In futuro il sistema presidenziale dovrà pensare anche alle giovani generazioni”. Mentre per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro. La formazione e l’accompagnamento al lavoro. Per come è stato pensato e realizzato, il reddito di cittadinanza ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per sé stesso e per la sua famiglia”.

Il sigillo

Al termine del suo discorso Giorgia Meloni ha voluto porre un definitivo sigillo alle tante polemiche divampate nei giorni scorsi: “A dispetto di quello che strumentalmente si è sostenuto – ha precisato – non ho mai provato simpatia o vicinanza per nessun regime antidemocratico, fascismo compreso. Esattamente come ho sempre reputato le leggi razziali del 1938 il punto più basso della storia italiana, una vergogna che segnerà il nostro popolo per sempre. I totalitarismi del Novecento hanno dilaniato l’Europa. L’orrore e i crimini, chiunque li commetta, non vengono mai pareggiati da altri orrori e crimini”.

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