Riscaldamento in casa, la Terra brucia

NAPOLI – Efficientamento del parco edilizio ed elettrificazione dei consumi per il riscaldamento domestico sono un combinato perfetto per ridurre i consumi di gas. E’ quanto emerge dal nuovo studio Elemens “Dal Gas alle rinnovabili. Scenari e benefici economici dalla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento degli edifici” elaborato per Legambiente e Kyoto Club in cui si fa un’analisi sugli effetti che interventi più sostenibili potrebbero avere su consumi e inquinamento. L’attuale crisi energetica ha messo in evidenza la fragilità di un sistema  largamente basato sulle importazioni di fonti fossili e in particolare di gas. Efficientamento del parco edilizio ed elettrificazione dei consumi per il riscaldamento domestico sono un combinato perfetto per ridurre i consumi di gas, e quindi anche la dipendenza da quello russo. Se il nostro Paese percorresse contemporaneamente queste due strade  i consumi di gas si potrebbero ridurre arrivando ad avere un risparmio di emissioni di gas climalteranti pari a 22 milioni di tonnellate di CO2 oltre che a un risparmio in bollette per le famiglie.

Quanto consumiamo

La maggior parte dei consumi degli utenti residenziali sono finalizzati al riscaldamento delle abitazioni (il 67% del totale), mentre il restante 33% è destinato ad altri usi quali l’acqua calda sanitaria, il raffrescamento, l’illuminazione e le apparecchiature elettriche. Il principale vettore energetico utilizzato per il riscaldamento è il gas naturale (59,5% dell’energia fornito), tipicamente utilizzato dalle caldaie tradizionali. Seguono le biomasse solide, che rappresentano il 28% del totale (principalmente legname e cippato) ed i prodotti petroliferi (8%), come ad esempio le caldaie a gasolio, ancora oggi ampiamente utilizzate in alcune grandi città e nelle aree montane non metanizzate. Marginali le soluzioni elettriche come le pompe di calore e i boiler elettrici, ed il solare termico (1% del totale). Il gas pesa per oltre il 60% dei consumi per il riscaldamento, e il riscaldamento pesa invece per circa il 35% dell’uso complessivo di gas in Italia (di cui oltre il 40% del gas viene della Russia).

Decarbonizzazione

La decarbonizzazione del riscaldamento produrrebbe effetti benefici sia a livello ambientale che sulle nostre bollette. In primo luogo puntare su fonti alternative rispetto a quelle fossili per il riscaldamento degli edifici sarebbe

strategico per il sistema economico italiano, in quanto lo renderebbe maggiormente energicamente indipendente da altri paesi, come la Russia. In secondo luogo la combustione di fonti fossili asservite al riscaldamento degli edifici è responsabile della maggior parte delle emissioni del settore civile. La decarbonizzazione del riscaldamento civile contribuirebbe al raggiungimento degli obiettivi nazionali e comunitari in termini di riduzione di emissioni di CO2 equivalenti. E migliorerebbe poi anche la qualità dell’aria. I gas combusti prodotti dai riscaldamenti civili che impiegano fonti fossili e biomasse contengono sostanze nocive che danneggiano la salute pubblica alterando la qualità dell’aria. In particolare, il settore civile, specialmente a causa del riscaldamento, contribuisce all’emissione di buona parte di tali sostanze.

Le proposte green

Legambiente e Kyoto Club hanno formulato una serie di proposte per accelerare la decarbonizzazione del riscaldamento degli edifici. In primo luogo passare da incentivi legati alle tecnologie al premiare interventi integrati che riducano i fabbisogni energetici degli edifici. L’obiettivo è legare l’entità del contributo alla riduzione dei fabbisogni energetici realizzata e di consumo di gas. La seconda proposta è eliminazione nell’arco di tre anni dell’accisa e dell’Iva ridotta per i consumi di gas e gpl e creazione di condizione di vantaggio per gli usi elettrici per accelerare la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento. Infine si chiede di abolire gli incentivi per l’installazione delle caldaie a gas (2023 esclusione dal superbonus 110%, 2026 esclusione dalla detrazione del 50%) e quelli di installazione nei nuovi interventi edilizi (2024) e nelle ristrutturazioni degli interi edifici (2027) nella prospettiva di elettrificazione e diffusione di pompe di calore integrate con fonti rinnovabili.

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