Russia, raid della polizia alla conferenza dell’opposizione: 200 fermati

La polizia ha parlato di circa 200 fermati, alcuni dei quali membri di non meglio precisate organizzazioni "indesiderate"

(AP Photo/Victor Berezkin)

MOSCA – La polizia di Mosca ha fatto irruzione a una conferenza dell’opposizione, pochi minuti dopo il suo inizio, fermando circa 200 partecipanti. Tra loro anche figure di spicco, dopo che lo scorso mese il principale rivale politico del presidente Putin, Alexei Navalny, è stato condannato al carcere per l’accusa di aver violato una sentenza sospesa mentre era in coma a Berlino dopo l’avvelenamento subito in Siberia. Questa volta, al forum dei consiglieri municipali indipendenti, le accuse rivolte a oppositori e politici riguardano la violazione delle regole anticontagio da coronavirus e l’evento promosso da una “organizzazione indesiderata”. Un altro passo nel giro di vite del governo contro il dissenso.

Raid della polizia

La polizia è arrivata alla conferenza nella capitale poco dopo la sua apertura. Dichiarando che tutti i presenti sarebbero stati fermati e portati nelle sedi delle forze dell’ordine, per essere accusati di violazioni amministrative. La polizia ha parlato di circa 200 fermati, alcuni dei quali membri di non meglio precisate organizzazioni “indesiderate”. L’ong Ovd-Info, che monitora in modo indipendente la repressione, ha pubblicato una lista di oltre 170 fermati. Tra loro ci sono Ilya Yashin, politico dell’opposizione che guida uno dei distretti municipali di Mosca; Yevgeny Roizman, ex sindaco di Ekaterinburg; Yulia Galyamina, ex componente del consiglio municipale di Mosca.

“Il loro obiettivo è spaventare la gente, scoraggiarla dal partecipare alla politica”, ha commentato Andrei Pivovarov, che ha contribuito a organizzare il forum, in un video diffuso da una camionetta della polizia. Pivovarov ha avuto un ruolo importante in Open Russia, gruppo fondato dal tycoon Mikhail Khodorkovsky, che vive in autoesilio a Londra dopo aver scontato 10 anni di carcere in Russia in una sentenza largamente considerata una vendetta politica per aver sfidato Putin.

La legge del 2015

Nel 2015 una legge ha introdotto il reato penale di appartenenza a organizzazioni “indesiderabili”. E il governo l’ha utilizzata per vietare circa 30 gruppi, incluso Open Russia. Una legge precedente obbligava invece le ong che ricevono finanziamenti stranieri e si impegnano in attività vagamente descritte come politiche a registrarsi come “agenti stranieri”. Misure ampiamente guardate come tentativi di soffocare il dissenso, ma che le autorità russe descrivono come risposta a presunti sforzi occidentali di minare il Paese.

Commentando i fermi, collaboratori di Navalny hanno dichiarato che è “evidente che le autorità temono qualsiasi tipo di competizione nelle elezioni”. L’intensificarsi della repressione contro il pensiero indipendente secondo molti osservatori è infatti legato anche alle elezioni legislative previste per settembre. Mentre la popolarità del partito sostenuto dal Cremlino, Russia Unita, si è ridotta.

(LaPresse/AP)

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