Salute, 10 mln di uomini in Italia soffrono di patologie urologiche

Roma, 7 apr. (LaPresse) – La giusta informazione per prevenire le malattie al maschile è creare una cultura di base sulla salute dell’uomo nelle tre principali fasce d’età della popolazione: adolescenza, età adulta, età matura (dai 16 ai 25 anni, dai 25 ai 45 e gli over 45). Un’incidenza, quella delle malattie al maschile, pari a oltre 10 milioni di casi in Italia. Prevenzione, informazione e controlli: questi gli obiettivi promossi dall’ultima campagna della Società Italiana di Urologia – www.siu.it -, in collaborazione e con il patrocinio del Ministero della Salute, presentata a Roma lo scorso 13 marzo, in occasione del convegno “Prevenzione Alpha”, per creare la cultura di base della prevenzione maschile in tutte le fasi della vita dell’uomo.

 “Quando si parla di salute sessuale, di visite urologiche, di disfunzioni, il pensiero va subito alla terza età. Si pensa ai pensionati alle prese con problemi di prostata o con coliche renali. Nessuno, o forse pochissimi, riescono a capire che il cammino per la prevenzione inizia fin da giovani.” Sottolinea Giuseppe Mele, presidente dell”Osservatorio Paidoss e della Società italiana medici pediatri (Simpe). Per renderci conto della situazione abbiamo dato uno sguardo ai numeri che fotografano lo stato della salute maschile: ingrossamento della prostata (3 milioni), disfunzione erettile (altri 3 milioni), eiaculazione precoce (4 milioni), calcolosi (2 milioni), neoplasie (1,2 milioni), malattie infettive e infiammatorie (1 milione, soprattutto in acuto). Una somma che si avvicina ai tredici milioni, il cui totale è mitigato solo dal fatto che alcune di queste patologie sono concomitanti e fanno abbassare il numero a 10 milioni.

“Il 10% degli uomini fra i 40 e i 50 anni ha già una diagnosi di ipertrofia prostatica benigna (IPB), la prevalenza sfiora il 35% fra i 50-60enni. L’indagine, pubblicata dall’Archivio Italiano di Urologia e Andrologia, ha permesso di individuare i fattori di rischio associati allo sviluppo della malattia negli uomini italiani: avere la pressione alta, per esempio, incrementa la probabilità di IPB del 50%, il diabete la aumenta del 57%, colesterolo e trigliceridi alti fino al 37%. La sindrome metabolica, con il derivante quadro clinico compromesso rappresentato da sovrappeso o dai fattori di rischio di patologie cardiovascolari, come elevati livelli di colesterolo e trigliceridi, favorisce l’insorgenza di IPB, parallelamente, fumare più di dieci sigarette al giorno ne alza la probabilità del 57%.” – Ricorda la dott.ssa Camilla Pizzoni, Direttore Tecnico dell’Osservatorio PoolPharma Research.

 “Il risultato è evidente e indica la necessità di una corretta prevenzione fin da prima degli “anta” attraverso un’attività fisica regolare e un controllo adeguato dei parametri cardiometabolici di rischio. Lo sport risulta protettivo nei più giovani, dove riduce la probabilità di IPB quattro volte di più rispetto agli over 50.” Gli uomini tendono a sfuggire dai medici e quando escono dall’età pediatrica rischiano di non avere più un rapporto con uno specialista per molti anni; è indispensabile quindi un cambiamento di mentalità al fine di prevenire il vero killer silente della prostata: l’infiammazione. È fondamentale saper leggere l’andamento del flusso di urina, riferire al farmacista e al medico se, per esempio, il flusso tende verso il basso, in quanto potrebbe indicare l’ingrossamento della ghiandola prostatica che, se associato alle patologie elencate, può diventare la causa di situazioni patologiche magari silenziose.

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