Salute, Nursing up: senza infermieri nessun futuro per la sanità italiana

"Le carenze di personale infermieristico pesano come macigni e rappresentano un colpo di mannaia che si abbatte ogni giorno sulla stabilità del nostro sistema sanitario". Lo dice in una nota Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up"

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

MILANO – “Le carenze di personale infermieristico pesano come macigni e rappresentano un colpo di mannaia che si abbatte ogni giorno sulla stabilità del nostro sistema sanitario”. Lo dice in una nota Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up.

“La cronica emorragia di personale e quella disorganizzazione, quel pressappochismo della pubblica amministrazione, che si traducono nell’immobilismo delle assunzioni, finiscono con il penalizzare gravemente la salute del paziente. Lo dimostrano i dati dell’indagine australiana pubblicata su Lancet – afferma – Se oltre Oceano la realtà sanitaria ci racconta di una invidiabile efficienza legata alla presenza di 1 infermiere ogni 4 pazienti, cosa succede se a questi dati paragoniamo la media Ocse del nostro Paese? 1 infermiere ogni 11 pazienti”.

“La recente indagine pubblicata dall’Ocse racconta di una Italia dove la sanità è fragile come un castello di carta: con una media infermieri molto più bassa rispetto agli altri paesi europei. Come noi o forse peggio di noi c’è solo la Spagna – aggiunge -. A questa indagine si unisce quella recentissima della Fnopi, emersa durante l’ultimo congresso nazionale. La carenza base di infermieri tocca le 60mila unità”.

 “A questi dati, per quanto ci compete come organizzazione sindacale, vanno certamente aggiunti i colleghi che sono andati in pensione nell’ ultimo anno (quota 100 e procedure ordinarie) e quelli necessari per integrare gli organici a seguito dell’avvenuta costituzione in disponibilità di circa 3500 nuovi posti di terapia intensiva, in ossequio ai provvedimenti governativi adottati negli ultimi 16 mesi – prosegue – E allora ecco che ci avviciniamo a quel numero totale di 80/85 mila infermieri, secondo nostri nostri report, che mancano all’appello, mettendo a dura prova le nostre già deficitarie risorse. Ma purtroppo le carenze non si fermano solo a questi dati”.

La glacialità dei numeri dei nostri report parlano anche degli infermieri che dovranno essere assunti per dare corpo e gambe al PNRR voluto da Draghi, senza dei quali certo non potranno aprirsi i 380 ospedali di comunità (ridotti, erano 753) e le 1288 case di comunità (dovevano essere 2575) annunciati con rulli di tamburi e strombazzate, e aggiungiamoci pure, ma solo per ragioni di coerenza ed oggettività, quei 9600 infermieri di famiglia che il Governo ha già autorizzato alle regioni, ma dei quali solo poche centinaia sono stati ingaggiati da alcune sparute ASL sul territorio. Allora ecco che questa bella Italia raggiunge carenze di infermieri in organico degne del terzo mondo, altro che chiacchiere”.

(LaPresse)

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