Salvini pronto a concedere l’autonomia a Veneto e Lombardia

Sono passati 9 mesi dal Referendum ed ora il Consiglio dei ministri dovrà dare una risposta

Foto Stefano Cavicchi / LaPresse
Di Laura Carcano

MILANO (LaPresse) – E’ scattato il contro alla rovescia sull’autonomia approvata 9 mesi fa dai cittadini nei referendum in Veneto e Lombardia. Una decisione del governo sul voto autonomista è infatti stata annunciata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini dopo un consiglio federale della Lega. Dove non si sarebbe parlato però dei freschi sviluppi della vicenda giudiziaria dei fondi del Carroccio.

“Conto che entro l’estate il Consiglio dei ministri possa approvare ciò che Veneto e Lombardia ed Emilia-Romagna porteranno come richieste”, ha detto il numero uno della Lega. Che ha sentito il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e ha incontrato il governatore lombardo Attilio Fontana. Presente al consiglio federale cui ha partecipato anche il ministro della Famiglia e vicesegretario de Carroccio Lorenzo Fontana.

L’obiettivo indicato dal vicepremier Salvini è avere entro la fine di questo mese “le idee chiare” sulla strada più veloce da percorrere

Una questione che per il leghismo rappresenta un passo storico, dando seguito al voto di quasi sei milioni di italiani. Quei cittadini che in Veneto e Lombardia e anche in Emilia Romagna “per ora e mi auguro domani in altre regioni italiane chiedono una politica più vicina ai territori”. Fra i partecipanti nella sede del partito all’incontro dell’organo di vertice leghista anche Claudio Borghi, responsabile per i temi economici del Carroccio.

Salvini non ha potuto sottrarsi ai cronisti. Cronisti che non vedevano l’ora di chiedergli se all’odg del consiglio federale ci fosse anche la questione dei fondi del Carroccio.

Il ministro e leader del Carroccio ‘di governo’ ha liquidato la vicenda giudiziaria sui fondi del partito come un caso che ha “un precedente giuridico solo in Turchia, a proposito di rispetto della Costituzione e dei diritti civili. Però come Lega andiamo avanti, se serve, anche con le tasche vuote: non c’è problema”.

Poi, in perfetto stile Salvini, il titolare del Viminale alla domanda sulla sua querela nei confronti dello scrittore Roberto Saviano ha risposto ai giornalisti: “Se qualcuno vi dà del mafioso o dell’amico della ‘Ndrangheta, vi arrabbiate o no?”. Il ministro dell’Interno non ci sta a sentirsi accusare di aiutare la mafia e di avere un patto segreto con la ‘Ndrangheta. Questo perché non la ritiene critica politica, ma “un insulto bello e buono”.

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