Sci, Goggia compie 30 anni: “Non avrei pensato di ottenere tanto dallo sport”

Il compleanno della sciatrice

Sofia Goggia (AP Photo/Luca Bruno)

MILANO – “Se mi guardo indietro, dico che la Sofia dei 20 anni non avrebbe pensato di ottenere così tanto: ai Giochi ho un oro e un argento, ho vinto gare, medaglie mondiali, tre Coppe del Mondo di discesa; e in questo Paese sono qualcuno. Non immaginavo questo, ma questo è quello che mi ha motivato nel tempo”. A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è Sofia Goggia, che domani, 15 novembre, compirà 30 anni. “È un punto di svolta. Ci penso. L’anno scorso, per i 29, sono andata in crisi: il compleanno è stato triste. Non mi spaventa tanto l’età, ma è chiaro che le lancette dell’orologio si muovono e che i giri della Terra intorno al Sole non mi lasciano indifferente”.

“Anche l’anno scorso in questo periodo eravamo in Colorado: le compagne mi prepararono un tiramisù. Questa volta arriverà Lindsey Vonn, andremo a cena. Ci siamo sentite, le ho ricordato del compleanno e mi ha detto: ‘Let’s go out together’. Ecco, mi regalo una serata con lei”, racconta la campionessa.

Che ricorda gli anni dell’adolescenza: “Non ho trascorsi super-felici. Per conciliare le mie scelte ho inevitabilmente messo da parte le relazioni che si instaurano da giovani. L’esperienza del liceo, ad esempio, quasi non la ricordo: non c’ero mai, ho dovuto iscrivermi in un istituto privato, ero presa di mira da parte di chi frequentava regolarmente. Non ero ben vista: ero in giro per le gare, come tipo ero ‘scialla’. Uscivo raramente al sabato sera, non sono mai andata a ballare: un po’ per scelta, perché alla domenica dovevo essere sulle piste, e un po’ per indole”.

Sul fronte sentimentale, “nella mia vita non ho mai avuto tante relazioni. L’amore è sempre stato un capitolo sporadico”. C’è sempre stato lo sci, il suo vero amore: “Vedevo solo quello: a 9 anni, in un tema, ho scritto che di mestiere volevo fare la campionessa di sci. Ho avuto la forza e il coraggio di inseguire l’obiettivo nonostante gli infortuni e le difficoltà del percorso, perché provengo da una famiglia che ha un buon imprinting culturale ma non ha una matrice sportiva”.

(LaPresse)

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