Scuola, Bianchi: “Il Governo sta lavorando per un inizio in presenza”

Tutti in aula dal 13 settembre

CESENATICO – Tutti in aula dal 13 settembre. Che pensare al ritorno in classe in sicurezza sia “la priorità” lo ha detto il premier Mario Draghi e il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che dalla festa regionale della Uil Emilia Romagna a Cesenatico (Forlì) ha assicurato che “tutto il governo sta lavorando per riaprire a settembre in presenza”.

Sia il suo ministero che quelli dei Trasporti e degli Affari regionali, ha detto Bianchi, hanno la “convinzione totale” che questo obiettivo sia raggiungibile. “Stiamo lavorando su tre punti – ha aggiunto -: la messa in ruolo degli insegnanti, che abbiamo anticipato di 40 giorni: il decreto è partito oggi. Stiamo anche lavorando per trovare gli spazi con Comuni e Province e stiamo lavorando con tutti coloro che fanno della scuola il punto centrale della loro vita”.

Tra gli interlocutori, hanno un ruolo prioritario i sindacati con cui Bianchi e l’esecutivo si confronteranno prima di prendere una decisione – la prossima settimana o al più tardi quella seguente – sull’obbligo vaccinale per gli insegnanti. L’orientamento del ministro è chiaro. “Faccio un appello a tutti perché si vaccinino – dice -: è un problema di responsabilità verso gli altri e di solidarietà”.

Invito condiviso anche dal segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: “Noi sosteniamo che la libertà individuale finisce dove inizia quella degli altri – sottolinea – . Ci appelliamo alla responsabilità di tutti perché è attraverso il vaccino che si può chiudere la tragica esperienza della pandemia”. Sulla stessa linea anche il segretario della Uil Scuola, Pino Turi, che tuttavia non vuole che ci siano “gogne o rimbrotti” per gli insegnanti. “Non si può criminalizzare il personale della scuola – puntualizza -. Se serve una legge che stabilisce l’obbligo vaccinale, che si faccia. Come sindacato lavoreremo meglio”. Contraria alle vaccinazioni obbligatorie, invece, la ministra per le Poliche Giovanili Fabiana Dadone. “Credo sia più importante spingere le persone a vaccinarsi con delle campagne forti – osserva – con iniziative di sensibilizzazione forte. L’obbligatorietà non credo sia la soluzione risolutiva”.

Questo e altri temi – come l’organizzazione dei trasporti per consentire ai ragazzi di arrivare in classe o le eventuali vaccinazioni per gli studenti dai 12 ai 19 anni – saranno al centro dei lavori che partiranno dalla settimana prossima in Consiglio dei ministri, mentre al ministero dell’Istruzione si sta già procedendo a rivedere il protocollo sulla sicurezza nelle scuole.

E proprio sui trasporti si concentrano le preoccupazioni del sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. “I contagi non avvengono a scuola – fa notare Sileri – ma sui mezzi pubblici: è difficile ricominciare in presenza a settembre, sarà un processo graduale”. Una via d’uscita potrebbe essere quella di utilizzare ancora la Dad, soluzione “inevitabile” per i presidi se non sarà possibile “assicurare il distanziamento per le note carenze di spazi e di personale”. Istanze che sottoporranno al ministro della Salute Roberto Speranza martedì prossimo.

Mentre c’è chi, come il governatore della Campania Vincenzo De Luca, propone di ritardare addirittura il ritorno in classe “se non verrà raggiunta l’immunità di gregge del 70%” tra i ragazzi, superiore quindi alla soglia del 60% indicata dal commissario Francesco Paolo Figliuolo come necessaria per raggiungere l’immunità di gregge, ma esclude categoricamente l’uso della didattica a distanza. Insomma, la settimana per governo e parti sociali si preannuncia rovente.

Di Benedetta Dalla Rovere

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