Sea watch 3, Salvini: “Aprano i porti Rotterdam o Amburgo”. Ma l’Olanda si chiama fuori: “Non siamo responsabili per la Ong”

LAPRESSE / AFP

L’Italia chiama, l’Olanda risponde picche e rifiuta di prendersi in carico i 47 migranti a bordo della Sea watch 3. Intanto la Procura di Catania chiede al governo giallo-verde di lasciar sbarcare i minori che “non possono essere espulsi”. E da Panama risuonano le parole di Papa Francesco.

Il ‘diktat’ italiano

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, sulla sua stessa linea il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, ha inviato una lettera al governo olandese ‘intimandogli’ di occuparsi della nave e degli immigrati. “Bandiera olandese, Ong tedesca – dice il leghista – Aprano i porti di Rotterdam o Amburgo, in Italia posto non ce n’è”.

Il no dell’Olanda

“Finché non ci saranno accordi europei su soluzioni strutturali per i migranti a bordo dei barconi i Paesi Bassi non prenderanno parte a soluzioni ad hoc”. E’ stata questa la risposta piccata del segretario di Stato olandese per l’Asilo e le migrazioni Mark Harbers che aggiunge : “L’Olanda ha preso nota della richiesta italiana, ma non è responsabile per la Sea-Watch 3”.

L’intervento della Procura

Nelle stesse ore il capo ufficio della Procura dei minori di Catania Caterina Ajello ha chiesto di far sbarcare i minorenni non accompagnati presenti a bordo. “I minori – ricorda – sono tutelati da norme che impongono il divieto di respingimento e di espulsione”. In relazione al caso Sea watch 3, il provvedimento dovrebbe riguardare otto giovanissimi a bordo. “Va detto – aggiunge Ajello – che il diritto Ue non prevede alcun obbligo di accoglienza da parte del paese titolare della bandiera esibita su queste navi, prevedendo lo stesso codice della navigazione che, nei casi di salvataggio, i naufraghi siano assicurati al porto più vicino”.

Papa Francesco

Da Panama le parole del Pontefice risuonano oltreoceano, senza sortire nessun effetto concreto. “Dio cammina e soffre in tanti volti che soffrono per l’indifferenza soddisfatta e anestetizzante della nostra società che consuma e si consuma, che ignora e si ignora nel dolore dei suoi fratelli – il racconto – È stato difficile riconoscerti nel fratello che soffre: abbiamo distolto lo sguardo, per non vedere; ci siamo rifugiati nel rumore, per non sentire; ci siamo tappati la bocca, per non gridare”. Ma i migranti restano a bordo, nessuno li vuole.

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