Sergio Muniz, il bello di riscoprirsi attore

L'artista spagnolo in scena al teatro Augusteo di Napoli con 'Mamma Mia!"

NAPOLI (Angela Garogalo) – Mamma Mia! Il musical dei record arriva a Napoli. Da venerdì 22 febbraio e fino a domenica 3 marzo sarà in scena al Teatro Augusteo di Napoli, protagonisti tre acclamati attori del panorama attoriale italiano quali: Sergio Muniz, Luca Ward e Paolo Conticini. In scena al fianco di Sabrina Marciano, Eleonora Facchini, Elisabetta Tulli, Laura Di Mauro, Jacopo Sarno. È la storia della giovane Sofia che, tra le bellezze di un’isoletta greca del Mar Mediterraneo, sta organizzando il suo matrimonio. Ma prima di vivere il suo sogno d’amore, vuole realizzare il suo più grande desiderio: essere accompagnata all’altare dal padre che non ha mai conosciuto prima. Per questo chiama sull’isola i tre fidanzati storici di sua madre per scoprire chi è l’uomo giusto. Protagonista del musical è Sergio Muniz. L’attore nasce a Bilbao e nel 1995 si trasferisce in Italia, paese che diviene la sua seconda casa. Dopo una notevole carriera nella moda e la pubblicità, nel 2004 partecipa all’Isola dei Famosi, da cui esce vincitore. Da quel momento inizia a dedicarsi alla recitazione a tempo pieno. Sebbene sia innamorato del nostro Paese, quando scrive le sue canzoni preferisce farlo nella sua lingua madre. Ma è nella recitazione e con quella leggera intonazione spagnola che si fa tanto amare dal pubblico italiano. Al di là della bellezza e del portamento che l’hanno portato a calcare le passerelle e le riviste patinate di tutto il mondo, è uno sportivo, amante della natura, discreto e con una sensibilità rara e molto gradita al pubblico. Nel ruolo di uno dei tre ex fidanzati della mamma della sposa nel musical Mamma Mia! sarà da venerdì sul palco del prestigioso Teatro Augusteo di Napoli. Di questo e di tanto altro ne racconta a Cronache.
E’ coprotagonista in un musical che vanta 200mila spettatori, oltre le 100 repliche nella stagione precedente e continui sold out anche in questa attuale: per lei è una sfida, una responsabilità o un grande privilegio?
“Tutte e tre. A prescindere dal fatto che questa responsabilità è soprattutto sulle spalle delle vere protagoniste che sono le donne come Sabrina Marciano e Eleonora Facchini. La storia gira intorno a loro. Noi abbiamo la responsabilità mediatica perché siamo più conosciuti”.
A 10 anni dal film con Meryl Streep, torna in scena in Italia la nuovissima versione tutta italiana del musical Mamma Mia! Secondo lei in cosa lo rispecchia e in cosa si differenzia?
“Ha molto più ritmo. Un film per ovvi motivi deve avere un ritmo più pacato qui è un crescendo, è movimento continuo. Siamo in 30 si passa da una cosa all’altra senza sosta”.
Un cast di oltre 30 artisti, un’orchestra dal vivo e una ricca e spettacolare messa in scena, con 11mila litri di acqua, pedane girevoli. E quando si chiuderà il sipario, cosa accadrà?
“Il pubblico potrà scatenarsi. Alla fine diventa una discoteca. Almeno noi speriamo che questo avvenga ma dipende dal pubblico. In ogni caso penso che a Napoli non avremo di questi timori”.
I protagonisti maschili, tra cui lei, sono bravissimi attori di teatro ma anche dei bellissimi uomini. La platea femminile sembra gradire molto questo connubio. La lusinga o imbarazza?
“Diciamo che può capitare di tutto con duecento repliche. Massimo Romeo Piparo regista e produttore ha fatto una scelta di personaggi quasi perfetta. Ha saputo amalgamarci molto bene, non solo per la bravura ma anche per l’aspetto umano. Lui tiene che il gruppo sia il più coeso possibile. Tante repliche, tanti mesi insieme è fondamentale per la riuscita anche dello spettacolo. Succede di tutto ma ci aiutiamo e il pubblico non se ne accorge”.
Ascoltandola e visto che ha glissato elegantemente, mi viene da chiederle: è questo il motivo per cui un attore è così profondante legato al teatro?
“Diciamo che è la base del tutto. La recitazione nasce dal teatro, è lì che trova il suo più grande giovamento. Mi piace dire sempre che ‘il teatro è dell’attore, la fiction del regista e la televisione del produttore’. Non so chi l’ha detto ma mi piace come esempio. Questo è molto vero perché anche un lavoro mediocre se lo dai ad un buon attore di teatro te lo può anche portare avanti, al cinema no, in televisione neppure. Un attore non diventa una stella quando calca per la prima volta un palco. Deve farlo tante volte. Sia per il numero di persone che raggiunge, sia per il tipo di linguaggio che usa. È tutto da imparare. Questa base ti dà molta sicurezza ed è alla base della recitazione. Sono linguaggi diversi, non posso dire che uno sia meglio dell’altro”.
La vittoria all’Isola dei Famosi del 2004 ha rappresentato quel cambio di passo che l’ha portata in maniera acclarata verso la sua grande passione che è la recitazione e la musica.
“Musica già avevo fatto qualcosa mentre studiavo recitazione già da prima a Milano. Mi serviva per il mio lavoro di modello perché facevo moda e tante pubblicità televisive soprattutto all’estero. Lo tenevo come base. Ma non pensavo assolutamente di fare l’attore. Poi con la notorietà sopraggiunta con l’Isola dei famosi non potevo più fare il modello perché ormai avevo un nome troppo in vista che non mi permetteva di lavorare quanto prima. Quindi o terminavo la mia carriera di modello o mi reinventavo. Ho scelto la seconda”.
Da allora cinema, fiction, teatro e un disco nel 2009, ci sono progetti discografici prossimi?
“Sì c’è un disco che uscirà quest’anno. È una produzione italiana ma sarà in spagnolo perché quando canto riesco meglio nella mia lingua madre. Il primo è stato molto pop, il secondo è stato un po’ più casalingo diciamo, fatto in Spagna. Questo che uscirà il terzo è più personale ho lavorato molto anche sulla produzione artistica, uscirà quest’estate. Anche se già è uscito una piccola anticipazione che puoi trovare su youtube ‘Que calor’ è una rumba ed è girato nelle Marche, anche per accendere i riflettori su questa magnifica regione”.
E fiction?
“Sì ce ne sono, diciamo che fino al 2020 mi stanno prenotando. Al momento non posso dire altro perché non è stato ancora contrattualizzato nulla”.
Che rapporto ha con Napoli?
“La mia relazione con Napoli è nata quasi vent’anni fa. Allora un po’ la temevo perché aveva un ritmo di vita diverso da tante città. Con regole un po’ diverse dal resto del mondo. Ma quando si impara a conoscerla, a capire la sua vera anima cambia tutto. Poi devo riconoscere che negli ultimi anni è migliorata tantissimo. È una città meravigliosa, è un posto dal quale puoi imparare tanto. Perché ci sono delle realtà e modi che all’inizio possono turbarti, poi nel viverli li riscopri meglio di tanti altri. Soprattutto nell’accoglienza. A Napoli puoi trovare nello stesso palazzo il nobile, lo straniero, il disoccupato e l’analfabeta. Non c’è ghettizzazione. Questa è vera integrazione che non esiste in altri posti, hai solo da imparare”.

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