Buffon e l’addio alla Juventus, Serie A sempre più povera di stelle

Dei Campioni del Mondo del 2006 in attività soltanto De Rossi, Barzagli e Zaccardo

Serie A sempre più povera di stelle
Marco Alpozzi/Foto LaPresse

MILANO (Tommaso Barra) L’addio di Gianluigi Buffon alla Juventus, ufficializzato in una conferenza stampa all’Allianz Stadium, rappresenta un’altra candela che si spegne nel panorama sempre meno luminoso della Serie A. Stella indiscussa dei bianconeri e della Nazionale italiana, il portiere ha annunciato che saluterà la Vecchia Signora al termine della stagione ma non il calcio. Il campionato nostrano perde un altro protagonista.

Insigne e i suoi ‘fratelli’: in molti altri possono salutare la Serie A

Di calciatori che brillano di luce propria, di top player veri e propri, ne restano pochi. Il Napoli può fregiarsi del talento indiscusso di Lorenzo Insigne, non espresso al massimo in quest’annata, e di quel baluardo della difesa che è Kalidou Koulibaly. Sul senegalese, gli occhi di mezza Europa, col Chelsea che pare disposto a fare follie pur di assicurarselo. La Juventus vanta fuoriclasse del calibro di Gonzalo Higuain, Paulo Dybala e Douglas Costa. Tanti dubbi sulla permanenza, nelle prossima stagione, degli attaccanti argentini. Un altro centravanti dell’Albiceleste che potrebbe lasciare l’Italia è Mauro Icardi. Il fuoriclasse e capitano dell’Inter è pronto a dire addio ai nerazzurri in caso di mancata qualificazione alla Champions League.

Nazionale 2006, i campioni del Mondo quasi tutti in pensione

Se Buffon troverà un progetto col quale continuare o meno, lo si saprà nelle prossime settimane. Fatto sta che un suo ritiro andrebbe ad aggiungere un altro tassello nel puzzle dei campioni del Mondo del 2006 che hanno appeso le scarpette al chiodo. Di quella fantastica squadra, oltre al portierone azzurro, solo De Rossi, Zaccardo, Barzagli e Gilardino sono ancora in attività. L’ultimo a ritirarsi, in ordine di tempo, è stato Andrea Pirlo. L’ex regista si è congedato dalla MLS nel novembre del 2007. Ulteriori elementi che confermano la necessità di quel ricambio generazionale in procinto di partire con l’avvento di Roberto Mancini sulla panchina dell’Italia.

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