Siria, de Mistura: pronto ad andare a Idlib per corridoio umanitario

L'inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, ha detto oggi di essere disposto a recarsi personalmente a Idlib. Questo per assicurare che i civili possano lasciare la città attraverso un corridoio umanitario.

Ginevra (Svizzera), 30 ago. (LaPresse/AFP) – L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, Staffan de Mistura, ha detto oggi di essere disposto a recarsi personalmente a Idlib. Questo per assicurare che i civili possano lasciare la città attraverso un corridoio umanitario. L’esercito regolare siriano è pronto a lanciare una massiccia operazione per riconquistare la città nel nord del Paese. Questa ultima roccaforte dei ribelli armati che si oppongono al regime di Bashar Assad. “Ancora una volta sono pronto a essere coinvolto, personalmente e fisicamente, questa volta con la cooperazione del governo. Ciò per assicurare che sia garantito e praticabile un corridoio temporaneo per la popolazione, affinchè poi possa tornare nelle proprie case, una volta che tutto ciò sarò finito”. Quanto ha dichiarato de Mistura ai giornalisti a Ginevra.

ha affermato de Mistura

“Non c’è un’altra Idlib” sottolineando la necessità di assicurare che i civili possano essere evacuati in aree vicine sotto il controllo governativo. Dunque con la garanzia che i loro diritti siano rispettati, una volta arrivati sul posto. Idlib, che si trova vicino al confine con la Turchia, è abitata da quasi tre milioni di persone, la metà delle quali sono ribelli o civili trasferiti in massa da altre zone riprese dalle truppe siriane dopo violenti combattimenti con i miliziani antigovernativi. Una massiccia operazione militare nella città potrebbe trasformarsi in un incubo dal punto di vista umanitario. Questo in quanto non rimarrebbero altre aree della Siria controllate dai ribelli nelle quali trasferire la popolazione. “Francamente sarebbe una tragica ironia se quasi alla fine di una guerra territoriale all’interno della Siria dovessimo assistere alla tragedia più orribile, con il maggior numero di civili”, ha aggiunto l’inviato dell’Onu.

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