Siria, Putin ed Erdogan: “Da mezzanotte il cessate fuoco a Idlib”

I leader europei nei giorni scorsi sono andati alla frontiera terrestre greco-turca, per mostrare ed esprimere unità con la Grecia e all'interno dell'Ue

Foto Abdullah Hammam / AFP

MILANO – I presidenti turco, Recep Tayyip Erdogan, e russo, Vladimir Putin, hanno annunciato un accordo per il cessate il fuoco nel nordovest della Siria, nella regione di Idlib, che entrerà in vigore da mezzanotte. L’annuncio è arrivato dopo oltre sei ore di colloqui a Mosca. Mentre l’escalation tra le due forze in Siria ha minacciato di portare al confronto militare diretto e la situazione è stata sfruttata da Ankara per premere sull’Unione europea con i migranti, chiedendo nuovi fondi. I due leader hanno anche previsto la creazione di un corridoio di sicurezza, ampio 12 chilometri lungo la strategica autostrada M4, che sarà controllato congiuntamente da pattuglie russe e turche, a partire dal 15 marzo.

L’accordo tra Erdogan e Putin

Putin ha detto di sperare che l’accordo sia “una buona base per mettere fine alla sofferenza dei civili e contenga la crescente crisi umanitaria”. Erdogan ha aggiunto che lui e Putin hanno concordato di aiutare i migranti a tornare nei loro Paesi. Dopo che quasi un milione di persone è sfollato a causa dei combattimenti da quando le forze del presidente siriano Bashar Assad hanno lanciato l’offensiva a dicembre. Obiettivo dei colloqui, poi, salvare le relazioni bilaterali, anche commerciali. Prima dell’ultima escalation, Putin e Erdogan erano riusciti a coordinare i loro interessi in Siria anche mentre nei nove anni di guerra Mosca appoggiava Assad e Ankara i suoi rivali. Con la crisi nella provincia di Idlib, le difficoltà sono aumentate.

La situazione in Siria

L’offensiva siriana sostenuta dalla Russia per riprendere il controllo di Idlib, ultima roccaforte dell’opposizione nel Paese, ha portato la Turchia a inviare migliaia di soldati nella regione. Scontri terrestri e aerei hanno causato decine di morti da entrambe le parti e il fiume di profughi verso la Turchia. Erdogan ha risposto a quest’ultimo attuando una minaccia che ripeteva da tempo. Smettendo di controllare il confine con l’Ue, di fatto spingendo migliaia di migranti speranzosi di arrivare in Europa a riversarsi lungo le frontiere. Dove hanno trovato il ‘muro’ europeo. Erdogan, prima di vedere Putin, ne ha parlato anche con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel.

L’appello dell’Ue

I leader europei nei giorni scorsi sono andati alla frontiera terrestre greco-turca, per mostrare ed esprimere unità con la Grecia e all’interno dell’Ue. Gas lacrimogeni sono stati più volte sparati contro i profughi, con reciproche accuse tra Grecia e Turchia, e appelli dell’Ue perché Atene agisca ma rispetti le persone e le leggi. Mentre le misure di controllo sul lato europeo sono state aumentate. Ankara nel frattempo ha annunciato l’invio di mille agenti per “impedire il respingimento” dei profughi e Frontex l’invio di 100 guardie di frontiera.

(LaPresse/AP)

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