Stadio Roma, la difesa di Parnasi chiede l’annullamento dell’ordinanza cautelare

Ultime novità sul caso giudiziario della capitale

Luca Parnasi © Mario Cartelli/LaPresse

ROMA (LaPresse) – Roma, nuovi aggiornamenti sul caso stadio. La difesa di Luca Parnasi chiede l’annullamento dell’ordinanza cautelare. Parnasi è finito in manette insieme a otto persone. L’accusa è di un presunto giro di corruzione legato al progetto del nuovo stadio. Durante le indagini, durate un anno e mezzo, intercettazioni e controlli degli inquirenti hanno fatto emergere dazioni di denaro, promesse di assunzioni. E altri favori con cui il costruttore si sarebbe assicurato l’aiuto e la collaborazione di funzionari e politici. Associazione a delinquere, corruzione, traffico di influenze, frodi fiscali, finanziamenti illeciti, i reati contestati, a vario titolo, agli arrestati. Secondo la procura, il gruppo Parnasi avrebbe tentato di ‘oliare’ i vari passaggi dell’approvazione del piano. Mettendo così in atto una corruzione che la gip definisce “sistemica”.

La difesa di Parnasi chiede l’annullamento dell’ordinanza cautelare

Per arrivare all’approvazione del progetto dello stadio, si sarebbe servito tra gli altri dell’avvocato, ex presidente di Acea, Luca Lanzalone. L’avvocato è finito ai domiciliari con l’accusa di corruzione. Per la giunta Raggi seguiva la trattativa sulla modifica del piano. In cambio dell’aiuto fornito avrebbe inoltre ricevuto incarichi e consulenze del valore di 100mila euro.

Ancora in corso il caso stadio della Roma

A Michele Civita (indagato e sottoposto ad obbligo di firma) consigliere regionale ed ex assessore nelle giunte Zingaretti prima alla Provincia e poi alla Regione, sarebbe stata assicurata da Parnasi l’assunzione del figlio. Adriano Palozzi (finito agli arresti domiciliari), di Forza Italia, vicepresidente del Consiglio Regionale, avrebbe ricevuto 25mila euro. Attraverso una fattura per operazioni inesistenti. In carcere, oltre a Parnasi sono finiti cinque suoi stretti collaboratori. Uno dei quali, Luca Caporilli, è passato ai domiciliari. Tra i 16 indagati figurano anche il capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, autosospesosi dal Movimento a seguito dell’inchiesta. E l’ex assessore e oggi consigliere comunale di Forza Italia, Davide Bordoni.

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