Stop alle opere inutili: la protesta a Paestum

Stop alle opere inutili: protesta a Paestum
Stop alle opere inutili: protesta a Paestum

CAPACCIO (Anastasia Leonardo) – Uno striscione di 300 metri quadrati con scritto “Stop alle opere inutili” è stato srotolato oggi sulla spiaggia dell’Oasi dunale di Paestum in provincia di Salerno. In azione oltre 350 attiviste e attivisti di Legambiente, che in occasione della giornata finale dello Youth Climate Meeting 2023, hanno manifestato così il loro dissenso, indicando quelle per l’associazione ambientalista sono alcune delle opere inutili che in Italia rallentano la transizione ecologica con ingente sperpero di risorse economiche. Filo conduttore di queste giornate l’attivismo ambientale, sociale e per la pace raccontato attraverso dibattiti, incontri e confronti. Lo Youth Climate Meeting ha, infatti, visto anche la partecipazione dei principali movimenti per il clima –  Fridays For Future, Ultima generazione, Per il Clima Fuori dal Fossile – ma anche rappresentati del mondo politico istituzionale come Michele Di Palma (Segretario Generale FIOM CGIL), Rossella Muroni (Nuove Rigenerazioni), Davide Sabbadin (European Environmental Bureau), Davide Dioguardi (Fridays For Future), Valerio Renzoni (WWF Young), Mariano Di Palma (Libera), i rappresentanti delle associazioni universitarie, Antonio Prestera (REDS); Tommaso Martelli (UDS) e Margherita Esposito (UDU); Hajar Drissi (ActionAid); Angelica Romano (Un Ponte Per); Daniele Taurini (Rete Pace e Disarmo); Abdallah Maraka (International Palestinian Youth League). 

Dal Ponte sullo Stretto di Messina ai nuovi rigassificatori, dall’impianto di Cattura e Stoccaggio dell’anidride carbonica a Ravenna alla dorsale adriatica SNAM, dalla Tav Torino Lione all’inceneritore di Roma, dal collegamento stradale veloce tra l’autostrada A2 del Mediterraneo e la variante statale n. 18 ad Agropoli alle attività di ricerca ed estrazione di petrolio e gas in Val D’Agri, in Basilicata, solo per citarne alcune.

“Il Paese è di fronte ad un bivio tra una dannosa conservazione del modello produttivo ed energetico e un auspicabile cambio di rotta fondato sull’innovazione e non può sbagliare strada – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. L’intensificazione degli eventi climatici estremi ci impone di velocizzare la transizione ecologica, ma sono ancora troppi i progetti che rischiano di rallentare la riconversione ambientale dell’economia italiana. Il Paese ha bisogno di impianti, opere e infrastrutture che vanno nella direzione della decarbonizzazione e che meritano di essere replicati in tutte le regioni, come quelli che stiamo visitando con la nostra nuova campagna itinerante sui cantieri della transizione ecologica, che ha già fatto tappa nella fabbrica di pannelli fotovoltaici di Catania e nell’impianto di produzione di biometano da reflui zootecnici di Schiavon. Rinunciare alle inutili costose grandi opere è necessario anche per recuperare le risorse economiche per la tutela e la sicurezza del territorio e per la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico”. 

“Anche in Campania è altissimo il rischio di spreco delle risorse pubbliche – dichiara Mariateresa Imparato, Presidente di Legambiente Campania – dirottate su opere inutili che rallentano la transizione ecologica con un approccio completamente sbagliato. La Regione ha individuato come progetto strategico di particolare rilevanza per i campani la costruzione di una strada veloce da Eboli ad Agropoli”. Il progetto, a cura dell’ANAS, sottoposto al dibattito pubblico prevede la realizzazione di una strada a scorrimento veloce come variante della SS18 tra Agropoli e l’autostrada A2 del Mediterraneo – Eboli, dallo svincolo di Agropoli, attraversando i territori limitrofi. Un costo stimato tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Lo scopo sarebbe di velocizzare e decongestionare la SS18 servendo le località balneari del Cilento, migliorando la viabilità locale interessata e mediante nuovi svincoli l’accessibilità all’area archeologica e paesaggistica di Paestum, Velia e della Certosa di Padula. “In Campania riteniamo che di priorità ce ne siano ben altre, come ad esempio la messa in sicurezza delle scuole ed degli edifici pubblici, l’adeguamento e potenziamento del sistema ospedaliero pubblico (strutture e apparecchiature), il completamento delle infrastrutture idriche (acquedotti colabrodo, reti fognarie e depuratori mancanti), il potenziamento del trasporto pubblico su ferro (treni, metro, tram) anche a servizio delle aree in questione, la realizzazione degli impianti (in primis quelli per il trattamento della frazione organica) per incrementare la raccolta differenziata e il riciclo dei rifiuti urbani”, conclude Imparato. 

© Riproduzione 

riservata

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome