Tragedia del Mottarone, gli investigatori: il freno non è stato attivato volontariamente

Il Papa: "Grande doloro". E prega per il piccolo Eitan

Foto Ufficio stampa Polizia di Stato/LaPresse 23 maggio 2021 Stresa - Piemonte, Italia cronaca Precipita la funivia Stresa-Mottarone. Vigili del fuoco e soccorso alpino sul posto. Il cedimento della fune a 300 metri dall'arrivo in montagna. La cabina è precipitata in una zona impervia e boscosaDISTRIBUTION FREE OF CHARGE - NOT FOR SALE

TORINO – “Non si può morire portando la famiglia in un posto tranquillo, cadere da un ponte, le condoglianze della politica mi fanno solamente più rabbia, perché la responsabilità di queste tragedie è la loro”: è l’amaro sfogo del ristoratore di Vedano Olona, Corrado Guzzetti, ex cognato del 55enne Vittorio Zurloni, morto assieme alla compagna Elisabetta Personini di 37 anni, e al loro bimbo Mattia di 5 anni ad un mese dal loro matrimonio:

Il telegramma del Papa

“Grande dolore per il drammatico incidente”, è il commento, invece, di papa Francesco alla tragedia della funivia Stresa-Mottarone affidato ad un telegramma inviato al vescovo di Novara. Il pontefice ha espresso “la sua vicinanza e sentito cordoglio pensando con commozione a tante vite tragicamente spezzate mentre erano immerse nella meraviglia del creato e prega per il piccolo Eitan, la cui delicata vicenda segue con trepidazione”.

Accertate le cause

Le indagini sulla tragedia hanno iniziato a far emergere le sue dinamiche: “Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso – è quanto riferito dall’ufficiale dell’Arma in una intervista -. C’erano malfunzionamenti nella funivia – ha continuato – è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”. Ora sui tre fermati, il proprietario della società che gestisce l’impianto, la Ferrovie Mottarone srl, il direttore e il capo operativo del servizio, pendono gravi accuse. Dai reperti analizzati, infatti, è saltato fuori che “la cabina precipitata – ha dichiarato il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, che con il pm Laura Carrera coordinano le indagini dei carabinieri – presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”, ovvero il divaricatore (forchettone) che distanzia le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainane, non è stato rimosso. “Un gesto materialmente consapevole per evitare disservizi e blocchi della funivia – ha sottolineato il procuratore – che da quando aveva ripreso servizio, presentava anomalie”.

Altre indagini

L’attività investigativa andrà avanti per “valutare eventuali posizioni di altre persone – ha continuato Bossi -. Si è tutto accelerato nel corso del pomeriggio e di questa notte. Nelle prossime ore cercheremo di verificare, con riscontri di carattere più specifico, quello che ci è stato riferito”. E ha concluso il suo intervento facendo riferimento ad “un quadro fortemente indiziario nei confronti dei fermati. Persone che avevano dal punto di vista giuridico ed economico, la possibilità di intervenire. Coloro che prendevano le decisioni”.

Prognosi riservata

Intanto per l’unico sopravvissuto alla tragedia, Eitan il piccolo di 5 anni ricoverato all’ospedale infantile Regina Margherita, la prognosi resta riservata ma in queste ore pare stia lanciando piccoli e significativi segnali di ripresa. “Il bimbo è stabile – ha detto il direttore generale della Città della Salute Giovanni La Valle – ha passato una notte tranquilla, c’è ottimismo tra i medici. Per questo l’equipe del dottor Ivani ha iniziato l’iter per il risveglio che consiste nel ridurre i dosaggi dei farmaci che lo stanno tenendo in coma farmacologico. Nelle prossime ci sarà una riduzione sempre più graduale”.

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