Superlega, Agnelli apre al confronto: “Scacciate le paure del club”

Nessuna chiusura nonostante resti il forte scetticismo espresso dalle grandi Leghe

Juventus - conferenza stampa azioni legali per reintegro scudetto 2006 Nella foto: Andrea Agnelli Photo Mauro Scrobogna /LaPresse

MILANO – La fase negoziale è stata avviata. E si prospetta ora una lunga estate calda per studiare strategie, provare a condividere soluzioni e venirsi incontro su come sarà il calcio europeo del domani. La ‘partita’ tra l’ECA, le Leghe e la UEFA per la possibile riforma delle competizioni continentali a partire dal 2024 con la nascita di una Superchampions rivoluzionaria si sposta all’11 settembre. É questa la data in cui il presidente dell’ECA Andrea Agnelli raccoglierà l’invito di Aleksander Ceferin, numero 1 dell’Uefa. Che ha invitato Leghe e la stessa ECA ad un tavolo proprio con l’inizio della nuova stagione.

Agnelli apre al dialogo sul tema Superlega

“In quella data ci confronteremo per discutere delle differenti idee. Ci sono questioni da affrontare a tutti i livelli, ma insieme dobbiamo trovare soluzioni nell’interesse del calcio. Tutti i club hanno capito che questo è solo l’inizio di un processo”, ha detto il presidente della Juventus, nel corso della chiusura dei lavori dell’Assemblea generale dei club europei, a Malta. Sottolineando che le perplessità dei club sono state cacciate via e che ora si può avviare una fase di confronto meno rigida.

Le grandi Leghe restano scettiche

Il dialogo dunque resta aperto, nessuna chiusura nonostante resti il forte scetticismo espresso dalle grandi Leghe (tra cui quella di Serie A), da un blocco solido di club spagnoli (Atletico Madrid, Siviglia, Valencia, Athletic Bilbao, Malaga, Villareal, e Real Sociedad) e dalla stessa UEFA.

Agnelli mostra fiducia sottolineando che passi avanti ci sono già stati e che la fase di diffidenza, con cui si era accolta questa riforma che rischia di creare terremoti sulla stesura dei calendari dei vari campionati nazionali, è stata archiviata: “Gli ultimi due mesi hanno fatto sì che alcuni club siano venuti qui con la paura che le decisioni fossero già state prese. Invece con soddisfazione posso dire che questo scetticismo è stato scacciato. I club anno capito che questo è l’inizio di un processo che coinvolgerà tutti”.

Un modello da cambiare

Non è però un caso che le parole più forti per spiegare come non si possa più tornare indietro siano state espresse dal vicepresidente dell’ECA, il finlandese Aki Riihilahti, in rappresentanza del ‘piccolo’ club HJK Helsinki. “Ciò che abbiamo oggi non funziona nella grande maggioranza dei Paesi, società come la mia sono in pericolo se continuiamo così, stiamo morendo lentamente. Se vogliamo trovare una soluzione che funzioni per tutti, dobbiamo metterci nei panni degli altri”.

Si punta sulla sostenibilità economica

Molto dunque deve essere ancora discusso ma niente muro contro muro. Ed è sulla “sostenibilità economica” che Agnelli ha puntato il suo discorso. Ribadendo che “alla fine dell’assemblea tutti i club hanno capito che niente è stato ancora deciso, la discussione è ancora aperta e coinvolge tutti”. L’idea è quella di fare spalmare i ricavi UEFA tra più nazioni e non solo tra poche. E trovare un accordo compatibilmente con il calendario internazionale. Non è facile dato che la formula prevede 128 squadre divise in 3 blocchi, format che si traduce in una Champions blindata e favorevole solo ai grandi club dato che per 24 squadre su 32 il posto sarebbe automaticamente garantito.

I pareri discordanti

Il piano non piace, oltre ai club spagnoli, neanche a Bordeaux, Monaco, Schalke 04, Basilea. Agnelli chiede pazienza soprattutto nella stesura dei dettagli (tra le ipotesi ci sarebbe la riduzione del numero dei club nei vari campionati nazionali). Saranno quelli che potrebbero fare la vera differenza e avvicinare le parti. “L’ECA ha portato al tavolo dell’UEFA le sue idee che saranno poi sviluppate da tutte le parti coinvolte. Molto deve essere ancora discusso, sarà un processo lungo fino al 2024”, ha specificato Agnelli. A settembre si capirà se la distanza tra ECA, Leghe e UEFA si sia davvero ridotta.

(LaPresse/di Luca Masotto)

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