Svolta nell’inchiesta grazie ai pentiti, Pipolo ha svelato la scissione nel clan

Il pentito Antonio Pipolo

NAPOLI – La svolta nell’inchiesta arriva coi pentiti. Dopo una faida lunga due anni. I De Luca Bossa hanno rialzato la testa negli ultimi mesi dopo l’arresto di Marco De Micco e le scarcerazioni dei loro colonnelli più fidati. Il ritorno nel quartiere di Christian Marfella a settembre ha destabilizzato gli equilibri, raccontano le informative della squadra mobile. Il 28enne ieri è stato raggiunto da una misura cautelare ed è tornato in carcere. E’ il fratello di Anna De Luca Bossa. Gli inquirenti lo indicano con un ruolo di primo piano. Di lui ha parlato il collaboratore di giustizia Antonio Pipolo. Christian Marfella ha stretti contatti con Alfredo e Michele Minichini. Non solo. Nel novembre 2016 è detenuto nel carcere di Secondigliano insieme a Ciro Contini, ritenuto ai vertici dei Sibillo del centro storico (federati ai De Luca Bossa-Minichini). Insomma i contatti costanti con il ‘cerchio magico’ del clan provano l’inserimento di Marfella nei ‘quadri’ della cosca: lo scrivono gli inquirenti nell’ordinanza.

L’apporto dei collaboratori di giustizia

Nelle indagini l’apporto dei collaboratori di giustizia è fondamentale, come ormai in molte inchieste giudiziarie. Lo testimonia l’attenzione che la magistratura dà alle dichiarazioni di Antonio Pipolo, Rosario Rolletta e Tommaso Schisa. Molte accuse sono sostenute da loro. Per la prima volta ci sono le dichiarazioni del neo pentito Pipolo. Spiega che la tregua è durata fino all’omicidio di Giulio Fiorentino nel marzo 2021. Poco dopo Pipolo, Ciro Ricci e Ivan D’Apice (irreperibile) insieme al gruppo De Martino decidono di fare una scissione dai De Luca Bossa-Minichini, perché non arrivano più i soldi delle piazze di spaccio: restano ai piani alti della cosca. In quel periodo i gestori delle piazze di droga al rione De Gasperi erano costretti a versare ogni settimana al clan una quota fissa dei proventi. Lo rivelano Schisa e Rolletta. Di più. I pusher erano costretti ad acquistare la droga da fornitori fidelizzati con la cosca. Insomma una catena di montaggio oleata.

La faida

Ma la guerra con i De Micco-De Martino è andata avanti per mesi, perché dietro hanno due grossi cartelli. Coi ‘Bodo’ sono schierati i Mazzarella, che di recente hanno avuto un ruolo diretto nella faida. Mentre coi De Luca Bossa-Minichini c’è l’Alleanza di Secondigliano. Si scrive Alleanza, si legge Licciardi-Contini-Mallardo.
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