Tim, battaglia finale rinviata al 14 gennaio. Scintille Vivendi-Conti

La tensione tra i due contender rimane altissima

ROMA – Nessuna sorpresa: in casa Tim è tutto rinviato al 2019. Come da pronostico, il cda odierno in corso d’Italia si è concluso in maniera interlocutoria e la resa dei conti Vivendi-Elliott avrà il suo prossimo campo di battaglia nel board del 14 gennaio. Ma la tensione tra i due contender, e anche questa non è una novità, rimane altissima.

Tim, è scontro tra Vivendi e Conti

La riunione di venerdì 21 dicembre era stata convocata su richiesta del socio francese. Che punta alla revoca di cinque consiglieri indicati da Elliott (il presidente Fulvio Conti, Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti).

Per sostituirli, Vivendi ha proposto i volti di Flavia Mazzarella, Franco Bernabè, Gabriele Galateri di Genola, Rob van der Valk e Francesco Vatalaro. Si tratta di membri “tutti indipendenti, con forti competenze ed esperienze consolidate”. Un’iniziativa che aveva suscitato polemica e la reazione dei diretti interessati.

Cda rinviato al 14 gennaio

Dal canto suo il Consiglio di Amministrazione di Tim “ha avviato l’istruttoria sulla richiesta di convocazione dell’assemblea pervenuta da Vivendi il 14 dicembre scorso” e quel giorno delibererà in merito. Dopo una breve riunione del board, Vivendi però attacca frontalmente.

“I gravi problemi e fallimenti di governance e le recenti strategie finalizzate a perdere tempo e ritardare l’inevitabile, sono il frutto del lavoro dei membri del consiglio di amministrazione sostenuti da Elliott che porteranno a un pesante indebolimento dell’azienda, sia dal punto di vista finanziario che sociale – spiega un portavoce dei transalpini – Riteniamo i membri del cda sostenuti da Elliott responsabili per la performance negativa del titolo, -40% dal 4 maggio”.

Piazza Affari, il titolo è in sofferenza

Parole molto pesanti, che fonti vicine al presidente di Tim Conti bollano come “inopportune e oltremodo pretestuose”. Anche perché, si sottolinea, “queste dichiarazioni, fatte anche a mercati aperti, non possono che arrecare ulteriore danno all’azienda, al suo corso di Borsa e quindi a tutti gli azionisti. Un dato che evidenzia come a nuocere al titolo siano state proprio gli atteggiamenti e la strategia di Vivendi”. In effetti a Piazza Affari il titolo soffre e perde il 3,81% a 0,5 euro.

I prossimi capitoli in casa Tim sono prevedibili: Vivendi cercherà la rivincita dopo la battaglia vinta da Elliott il 4 maggio, mentre il neo ad Luigi Gubitosi dovrà elaborare un nuovo piano industriale che avrà come fulcro lo scorporo della rete.

(Lapresse/AWE/di Alessandro Banfo)

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