Tokyo 2020, Biles torna ed è bronzo: “Siamo persone non oggetti d’intrattenimento”

Un bronzo che vale oro. Dopo aver rinunciato a gare su gare per i 'twisties' che le attanagliavano la mente Simone Biles lascia il suo graffio alla trave.

(Xinhua/Zheng Huansong) (xr)

TOKYO – Un bronzo che vale oro. Dopo aver rinunciato a gare su gare per i ‘twisties’ che le attanagliavano la mente Simone Biles lascia il suo graffio alla trave. Con gli occhi del mondo addosso la fuoriclasse americana si esibisce con classe innata e precisione chirurgica. Un esercizio perfetto, anche se semplificato specie nell’uscita. Al termine i pochi intimi presenti al palazzetto la applaudono spellandosi le mani, le rivali la abbracciano e Simone sorride felice. Un omaggio al ritorno della regina. Tanto basta per salire sul podio, ma i primi due gradini vanno alla Cina. Un dettaglio o poco più perché la decisione della quattro volte oro olimpico a Rio di tornare in pedana vale più di qualsiasi medaglia.

Il ‘caso Biles’ era diventato quello principale dei Giochi. I suoi continui forfait, compreso quello al corpo libero dove sarebbe stata la principale avversaria di Vanessa Ferrari, sembravano essere il preludio allo stop definitivo. Poi il colpo di scena: conferma dell’iscrizione alla finale della trave, l’ultima chance a sua disposizione. Dal buio alla luce, come solo le leggende sanno fare.

La stessa Vanessa Ferrari, di cui è amica, l’aveva difesa a spada tratta. “Ha fatto bene a preservare la sua salute. Non deve dimostrare nulla a nessuno. Le cose le sa fare e tutti la tifano”, le parole della ‘Farfalla’ di Orzinuovi. Pronostico azzeccato. E dopo aver messo da parte i suoi fantasmi Biles ha voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe. “Ho portato alla luce un argomento come quello della salute mentale, è qualcosa che le persone in qualche modo respingono e mettono sotto il tappeto – ha spiegato l’americana – non siamo solo oggetto di intrattenimento, siamo anche umani e proviamo sentimenti”. Biles ha deciso di svestire la tuta e tornare un’atleta a tutti gli effetti solamente “per me stessa”, senza pensare a una medaglia che “non mi aspettavo”. Una gara che “vale tutto il mondo”. Più di ogni trionfo e di ogni podio Simone ha trovato il coraggio per affrontare le sue paure.

Dell’inviato Andrea Capello

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