Tokyo 2020, marcia azzurra ancora d’oro: Palmisano si regala un trionfo storico

In marcia verso la gloria. L'Italia dell'atletica non finisce di stupire ed emozionare continuando a scrivere pagine epiche di storia.

(AP Photo/Shuji Kajiyama)

ROMA – In marcia verso la gloria. L’Italia dell’atletica non finisce di stupire ed emozionare continuando a scrivere pagine epiche di storia. Nella grande pioggia dorata c’è anche lei, Antonella Palmisano, che a 100 chilometri da Tokyo, nella afosa e umida Sapporo, emula l’impresa del corregionale Massimo Stano e trionfa nella 20 chilometri femminile, artefice di una gara tutta cuore e grinta, tattica e furore con un attacco decisivo a a meno di tre chilometri dal traguardo che ha spezzato le gambe ai rivali, ammutolito le cinesi e realizzato l’impresa dei suoi sogni. Si tratta del primo oro rosa olimpico nella marcia, altro segnale di una edizione olimpica epica che serve a raccontare la storia da favola di una ragazza che nel giorno del suo compleanno ha voluto prendersi tutto in un colpo solo, raccogliendo gli sforzi e i sacrifici di una vita intera da atleta. Anche lei pugliese come Stano, terra fucina di talenti, anche lei allenata da Patrizio Percesepe ed anche lei senza parole al traguardo, avvolta nel tricolore, rapita da una emozione da brividi. “Si è realizzato quello che sognavo da 5 anni. Gianmarco Tamberi e Marcell Jacobs mi hanno fatto capire che niente è impossibile e così il mio compagno di allenamenti Massimo Stano. Credevo in lui ma onestamente non nell’oro. E’ un lavoro di squadra concluso nel migliore dei modi”, ha dichiarato a fine gara l’azzurra.

A pochi metri dal traguardo, con le rivali ormai lontane, le hanno consegnato una bandiera italiana che lei si è legata al collo. Dopo un paio di metri le è caduta a terra, lei si è voltata e dopo il traguardo ha abbracciato in lacrime uno dei tecnici azzurri, ha ripreso la bandiera indossandola di nuovo manifestando tutta la sua gioia. “Oggi è il giorno del mio compleanno e volevo che i sacrifici fossero ripagati. Negli ultimi 5 chilometri ho sentito tutta l’energia dentro per andare avanti, la spinta di tutte le persone che mi hanno sostenuto e che mi hanno dato la forza. Dopo la Coppa Europa a maggio sono stata ferma 40 giorni. E ogni giorno piangevo. Era impensabile essere qui, avevo paura di rinunciare a questa gara. Ma ne è valsa la pena”, ha raccontato con gli occhi lucidi. L’attacco quello vero, che fa male, l’azzurra lo sferra al sedicesimo chilometro, un’azione decisa, mille metri completati in 4’16, una strattonata che mette in crisi anche la campionessa olimpica Liu, la colombiana Arenas, la de Sena. Restano in due, lei e e la primatista del mondo Yang. Ma la tarantina di Mottola continua a volare e divora il diciassettesimo chilometro, mettendo alle corde anche la Yang. Un’unica incertezza solo sulla boa, quando rischia di cadere. Ma è la sua giornata. C’è chi prova a riemergere come la Arenas, l’ultima a mollare, con la Yang fermata in penalty zone per tre cartellini rossi. La Palmisano vola e arriva al traguardo in solitaria con il fiore tra i capelli e il sorriso sulle labbra. L’atletica italiana nella storia delle Olimpiadi aveva ottenuto al massimo tre ori, nelle edizioni di Mosca 1980 e di Los Angeles 1984. La Palmisano, 30 anni oggi, ha messo il poker prima che gli staffettisti completassero l’opera con il più formidabile dei pokerissimi.

di Luca Masotto

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