Tre miliardi per il taglio al cuneo fiscale. Dal Cdm soldi anche per l’Emilia Romagna e il no alla legge sui vitalizi dei consiglieri regionali siciliani

Dal 1° luglio 2020, il bonus di 80 euro aumenta quindi a 100 euro mensili per chi ha un reddito annuo fino a 26.600 euro lordi

Foto Valerio Portelli/LaPresse 23-10-2019 Roma, Italia Dichiarazioni alla stampa di Giuseppe Conte Politica Nella Foto: Giuseppe Conte Photo Valerio Portelli/LaPresse 23 October 2019 Rome,Italy Press statements by Giuseppe Conte Politics In the pic: Giuseppe Conte

Mentre il Movimento 5 Stelle prova a rigenerarsi e il Pd a vincere una battaglia elettorale cruciale (quella in Emilia), l’esecutivo di Giuseppe Conte cerca di mantenere una delle promesse che aveva fatto all’inizio del nuovo patto di governo: meno tasse. E ieri sera ha compiuto il primo step con il via libera del Consiglio dei ministri al decreto che taglia il cuneo fiscale. Da luglio meno tasse e più soldi in busta paga per 16 milioni di lavoratori. “Dopo lo stop all’aumento Iva – ha dichiarato Antonio Misani, viceministro dell’Economia -, diventa realtà un’altra scelta fondamentale per aiutare le famiglie italiane e fare ripartire l’economia”.

Il decreto, in attuazione della legge di bilancio per il 2020 (legge 27 dicembre 2019, n. 160) che ha stanziato 3 miliardi di euro per il 2020 per la riduzione del cuneo fiscale sugli stipendi dei lavoratori dipendenti, interviene, ha spiegato il premier in una nota, per rideterminare l’importo ed estendere la platea dei percettori dell’attuale ‘bonus Irpef’.

Dal 1° luglio 2020, il bonus di 80 euro aumenta quindi a 100 euro mensili per chi ha un reddito annuo fino a 26.600 euro lordi. Coloro che percepiscono un reddito da 26.600 euro a 28.000 euro, beneficeranno per la prima volta di un incremento di 100 euro al mese in busta paga. Per i redditi a partire da 28.000 euro, si introduce invece una detrazione fiscale equivalente che decresce fino ad arrivare al valore di 80 euro in corrispondenza di un reddito di 35.000 euro lordi. Oltre questa soglia, l’importo del beneficio continua a decrescere fino ad azzerarsi al raggiungimento dei 40.000 euro di reddito. In questo modo, sottolinea il governo, la platea dei beneficiari passa da 11,7 a 16 milioni di lavoratori.

Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte, ha deliberato, inoltre, in attuazione di quanto previsto dall’articolo 1 del decreto-legge 24 ottobre 2019 n. 123 un ulteriore stanziamento di circa 345 milioni di euro per il proseguimento dell’attuazione degli interventi finalizzati all’assistenza alla popolazione che ancora non può rientrare nelle proprie abitazioni, garantendo anche le occorrenti misure emergenziali volte alla ripresa delle normali condizioni di vita e al superamento della grave situazione che si è determinata a seguito degli eccezionali eventi sismici che a partire dal 24 agosto 2016 hanno interessato il territorio delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria.

Quattrini anche per l’Emilia Romagna: il Cdm ha previsto un ulteriore stanziamento di 25,4 milioni di euro per la realizzazione degli interventi nei territori interessati dagli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati nel mese di maggio 2019.

Il Consiglio dei ministri, visto il nulla osta del ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa e del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, e il parere favorevole della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome, ha deliberato in favore della richiesta del Commissario straordinario di governo per la bonifica e la rigenerazione urbana Christian Solinas, di procedere alla riperimetrazione dell’area di rilevante interesse nazionale denominata ‘Arsenale militare e area militare contigua Molo Carbone’ al fine di includervi l’area urbana nonché lo specchio d’acqua antistante Cala Camicia. All’esame della questione ha partecipato lo stesso Commissario, in qualità di presidente della Regione Sardegna.

Impugnate dalla squadra di Giuseppe Conte, infine, la legge della Regione Siciliana n. 19 del 28/11/2019 relativa alla ‘Disposizioni per la rideterminazione degli assegni vitalizi’ del presidente della Regione, dei consiglieri e degli assessori regionali perchè “violano il principio di uguaglianza e ragionevolezza, sancito dall’art. 3 della Costituzione, nonché i principi di coordinamento della finanza pubblica e di leale collaborazione cui agli articoli 117, terzo comma, e 120 della Costituzione”.

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