Uccise la figlia di 17 mesi, condannato

Inflitti 24 anni all’avvocato per aver lanciato la bimba dalla finestra: il pm aveva chiesto l’ergastolo

SAN GENNARO VESUVIANO – Uccide la figlia lanciandola dalla finestra, il papà evita l’ergastolo. E’ quanto ha stabilito la Seconda Sezione della Corte d’Assise di Napoli – presidente Concetta Cristiano – nei confronti di Salvatore Narciso, 37enne di Caserta ma originario di Cardito. A conclusione di un lungo ed articolato dibattimento l’uomo rimedia 24 anni di reclusione, essendogli state riconosciute le circostanze generiche equivalenti alle contestate aggravanti, cioè la minorata difesa e l’età della vittima. Attenuanti convenute in virtù della sua ‘confessione’ e del fatto che ha provato a suicidarsi dopo aver scaraventato giù dalla finestra di casa la figlioletta di soli 17 mesi.

L’imputato è stato pure dichiarato interdetto in perpetuo dai pubblici uffici con interdizione legale per la durata della pena e condannato al risarcimento delle parti civili (da stabilirsi in altra sede) costituite dalla sua ex moglie, dalla suocera (assistite in giudizio dagli avvocati Sabato Graziano e Giuseppe Bonavita) e dalla cognata, assistita invece dall’avvocato Giuseppe Attratto.
Nei confronti della sua ex consorte, mamma della bimba uccisa, dovrà pagare una provvisionale di 100mila euro.

La Procura di Nola (pubblico ministero Gianluigi Apicella) si era espressa per il carcere a vita. I fatti oggetto di questo procedimento risalgono al 15 luglio del 2019 quando in quella che sembrava una tranquilla giornata estiva il padre scaraventò giù dal balcone sua figlia Ginevra. La bambina di un anno e mezzo morì sul colpo cadendo da un’altezza di oltre 6 metri: quella orrenda scena avvenne nella villetta di famiglia di San Gennaro Vesuviano, paese di origine della moglie, Agnese D’Avino, un medico di una nota famiglia della zona, con la madre, Luisa Bifulco, che oggi è consigliere comunale. Pochi secondi dopo quell’insano gesto, anche Salvatore si buttò giù finendo su una grossa pianta che ne attutì la caduta e lo salvò.

La difesa del 37enne – rappresentata dagli avvocati Giuseppe Stellato e Andrea Miroli – aveva chiesto l’incapacità di intendere e volere attraverso una propria perizia, di parere completamente opposto rispetto a quella del tribunale. Una tragedia avvenuta nell’ambito dei contrasti familiari della coppia, in crisi da tempo e sul punto di separarsi.
La difesa che dovrà valutare eventuale ricorso in Appello dopo che verranno rese note – in 60 giorni – le motivazioni della sentenza.

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