Ucraina, Mattarella: Religioni e politica possono e devono parlarsi”

“Lo ‘Spirito di Assisi’ spira dal 27 ottobre 1986, giorno in cui San Giovanni Paolo II riunì, per la prima volta, rappresentanti delle religioni mondiali nella città di San Francesco per invocare la pace".

Foto Francesco Ammendola/Ufficio Stampa Quirinale / LaPresse In foto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

“Lo ‘Spirito di Assisi’ spira dal 27 ottobre 1986, giorno in cui San Giovanni Paolo II riunì, per la prima volta, rappresentanti delle religioni mondiali nella città di San Francesco per invocare la pace. Rappresentò una breve tregua universale, mentre si levava la preghiera interreligiosa per chiedere la fine dei conflitti. Testimonianza di quanto religioni e politica possano e debbano parlarsi; e della forza che le religioni racchiudono e possono esprimere nella loro accezione più alta e consapevole”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo all’incontro internazionale ‘Il grido della pace’, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio a Roma. “Dinanzi a un presente tanto inquietante, al proliferare di conflitti in tante parti del mondo, a una guerra che di nuovo insanguina l’Europa, si sarebbe indotti a pensare che l’umanità non sia in grado di imparare dai propri errori, che si sia smarrita quella memoria collettiva che dovrebbe guidare e impedire di commettere gli stessi tragici errori”, aggiunge Mattarella, ma “la preghiera di Assisi è stata un seme consapevolmente gettato dai leader religiosi di fronte alla aggressione recata al bene della vita, al diritto della persona – di ogni persona – a vivere in pace. È stata una espressione vigorosa della loro libertà, della loro capacità – ce lo ha ricordato il prof. Riccardi – di raccogliere ‘gli aneliti di comunità radicate nelle loro terre, vicine al dolore, alla gioia, al sudore delle persone’. Un seme fatto fruttare da chi, come la Comunità di Sant’Egidio opera quotidianamente, anche con una azione preziosa di mediazione per la pace: non ‘incontri casuali’ ma tenace perseguimento di sentieri di pace”, continua il capo dello Stato, osservando: “È questo l’impegno di tanti protagonisti – di ispirazione religiosa e non – per costruire ponti di solidarietà e di dialogo: a loro va la nostra sincera riconoscenza. Si tratta di un impegno che invoca il contributo di ciascuno affinché ‘il grido della pace’ si diffonda con sempre nuova forza. Per questo siamo qui oggi, in tanti, da tante parti del mondo”.

LaPresse

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