Ucraina, Putin in Crimea per l’anniversario dell’annessione

L'atto fu condannato da Kiev e dalla comunità internazionale, ma appoggiato dalla maggioranza dei russi

Foto LaPresse / AFP / Kirill KudryavtSev in foto Vladimir Putin

MOSCA – Il presidente russo Vladimir Putin si recherà in Crimea domani per partecipare alle celebrazioni del quinto anniversario dell’annessione della penisola da parte della Russia. Un atto condannato da Kiev e dalla comunità internazionale, ma appoggiato dalla maggioranza dei russi. Lo ha annunciato il Cremlino.

Il presidente Putin in Crimea

“Il presidente Vladimir Putin si recherà il 18 marzo in Crimea e a Sebastopoli”, base della flotta russa del Mar Nero, secondo una dichiarazione del Cremlino. Putin parteciperà in particolare alla cerimonia di accensione di una centrale elettrica sulla penisola. Incontrerà poi i rappresentanti della società civile locale e parteciperà alle celebrazioni dedicate al “quinto anniversario dell’annessione della Crimea alla Russia”, ha precisato il Cremlino.

Il trattato di annessione non è riconosciuto da Kiev e dall’Occidente

Il 18 marzo 2014, Vladimir Putin e i leader della Crimea hanno firmato il trattato sull’annessione della penisola ucraina alla Russia, due giorni dopo un referendum non riconosciuto dalla comunità internazionale. In cui la maggioranza della popolazione di Crimea ha però votato a favore dell’annessione. Denunciata da Kiev e dall’Occidente, questa decisione è costata alla Russia una serie di pesanti sanzioni europee e americane che hanno colpito duramente l’economia russa.

La festa della riunificazione tra Crimea e Russia

Sul territorio russo, il 18 marzo è stato proclamato “Festa della riunificazione tra Crimea e Russia” e sono previste celebrazioni di grande portata. “Il giorno della riunificazione tra la Crimea e la Russia e il quinto anniversario di questa riunificazione è una data molto importante per tutti i russi. E nessuno dovrebbe dubitare che Putin parteciperà regolarmente agli eventi celebrativi”, aveva detto mercoledì il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov.

(LaPresse/AFP)

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