Ucraina: Salvini sempre più isolato. Giorgetti prende le distanze: “Muoversi di concerto con il governo”

Una replica piccata al Partito democratico, che chiede chiarimenti dopo gli "scenari inquietanti" emersi in relazione al viaggio annunciato e poi stoppato a Mosca, e nulla più.

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: Matteo Salvini

ROMA – Una replica piccata al Partito democratico, che chiede chiarimenti dopo gli “scenari inquietanti” emersi in relazione al viaggio annunciato e poi stoppato a Mosca, e nulla più. Dopo il caos generato dalla possibile trasferta in Russia, Matteo Salvini si silenzia e lascia la scena. Da 48 ore il leader del Carroccio è sparito dai radar, ma a parlare, rivelando gli obiettivi del dossier russo è Antonio Capuano, ex parlamentare di Forza Italia, oggi consulente diplomatico del segretario della Lega. “In Russia avremmo dovuto presentare un piano di pace in quattro punti”, le parole dell’avvocato di Frattaminore, che sul suo sito già la scorsa settimana aveva anticipato il nodo centrale del viaggio: “L’Italia si dovrebbe caratterizzare e farsi promotrice di un’azione di politica autonoma e libera per negoziare con la Russia e l’Ucraina l’immediato cessate il fuoco e a seguire i punti per un accordo che ci porti a ristabilire la pace tra i due Paesi. A Italia, Francia e Germania il ruolo di garanti di fatto, a Papa Francesco quello di garante morale dell’accordo di pace. Se non fermiamo la guerra il grande rischio è un conflitto tra Occidente e Russia con conseguenze catastrofiche”.

Scenario nefasto che torna nel tweet con cui Salvini risponde al Pd, accusato di fare “polemica perfino sulla ricerca della pace, valore supremo che dovrebbe unire tutti”. “Se la guerra prosegue e si allarga, sarà disastro globale. Letta lo sa? #stoparmi” scrive il segretario del Carroccio sui social. Nessun accenno a imminenti partenze, che comunque almeno a livello ufficiale non sono state ancora escluse. Tocca così al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, tornare sul tema: “Ho letto oggi anche delle proposte suggestive però bisogna muoversi di concerto con il governo: sono questioni di portata mondiale e quindi ciascuno deve dare il suo contributo, ma all’interno di percorsi che sono molto molto complicati”. Sulla stessa lunghezza il capogruppo leghista al Senato, Massimiliano Romeo (“è una situazione che va valutata, ci sono ovviamente rischi”), che prende poi le distanze da Capuano: “Ha detto che era già tutto organizzato? Direi di non dare tutta l’importanza che gli è stata data. Al di là di quelli che sono i consulenti, perché poi sui giornali si legge di tutto e di più, Salvini aveva questa idea qua: si valuta e se c’è l’opportunità si fa”. Insomma Capuano “non è il deus ex machina” di Salvini, piuttosto una persona che “ha fornito alcuni elementi” e che ora “frutta un momento di notorietà”, confidano alcuni leghisti.

Il vado-non vado del Capitano è però bollato come “un casino” da Giuseppe Leoni, tra i fondatori della Lega lombarda con Umberto Bossi. “Son cose che mi fanno molto male, però la gente non capisce, continuano a dare consenso a chi ormai possiamo definire un matto – attacca parlando con LaPresse -. Salvini non ha mai seguito la logica. Ma fare il segretario dopo Bossi è dura, è come farlo dopo Togliatti, Berlinguer”. Insomma, per Leoni a Mosca “bisogna mandare personaggi che sappiano usare la diplomazia, che sappiano fare politica. Salvini non ha una linea politica”. E il ragionamento si allarga anche allo stato di salute del partito di via Bellerio, in calo nei consensi mentre Fratelli d’Italia continua a volare nei sondaggi. “A Salvini consiglierei di fare un triumvirato – spiega Leoni -. Lui resterebbe lì al suo posto, facendo capire però che diminuisce un po’ i suoi poteri mentre invece se li può anche tenere. Dovrebbe prendere poi un rappresentante della ‘vecchia’ Lega e uno di quella di adesso, un Giorgetti, che è un bravo ragazzo con il suo seguito. Facendo così forse può ricompattare un po’ sennò ci facciamo male, e questo lo vedremo già il 12 giugno”. Quando, dopo tutto questo caos, le amministrative scatteranno una fotografia del rapporto tra il Carroccio e il suo elettorato.

Di Ronny Gasbarri

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