Ucraina, Zelensky: “Negoziati difficili”. Al via l’evacuazione civili da Mariupol

Guerra Russia-Ucraina in foto Volodymyr Zelensky (Ukrainian Presidential Press Office via AP)

ROMA – In una delle città più colpite dall’attacco russo, Mariupol, è iniziata in giornata l’evacuazione dei civili e sono arrivati i primi aiuti umanitari. Missili e bombe sono continuati a cadere sul territorio ucraino. Almeno nove persone sono state uccise e altre nove sono rimaste ferite in un attacco aereo contro la torre televisiva nella regione settentrionale di Rivne, secondo il governatore Vitaliy Koval.

Altre due persone sono morte in un attacco allo stabilimento aeronautico Antonov, vicino all’aeroporto di Kiev. Secondo l’Onu almeno 636 civili sono stati uccisi dall’inizio dell’aggressione russa, il 24 febbraio. Tra loro anche la donna incinta che era stata evacuata su una barella dall’ospedale pediatrico di Mariupol, diventata un simbolo delle sofferenze e delle atrocità provocate dalla guerra.

I negoziati tra Mosca e Kiev sono proseguiti. In giornata è iniziato il quarto round di colloqui, che è stato interrotto per una pausa tecnica e che riprenderà martedì. Secondo Kiev la posizione della Russia al momento appare più costruttiva. Ma il confronto resta difficile, ha ammesso il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. In un nuovo videomessaggio indirizzato alla nazione, il leader ha promesso che verrà ricostruita ogni casa del Paese distrutta dall’attacco russo.

Proseguono intanto gli sforzi delle cancellerie occidentali per tentare di mediare e porre fine al conflitto. Il premier israeliano Naftali Bennett ha avuto un nuovo colloquio telefonico con il presidente russo Vladimir Putin sull crisi mentre il cancelliere tedesco Olaf Scholz è volato in Turchia per incontrare il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che ha provato a ritagliarsi un ruolo da mediatore nel conflitto. I due leader hanno deciso di intensificare gli sforzi diplomatici per arrivare a una soluzione della crisi.

Dall’inizio delle operazioni militari oltre 2,8 milioni di persone hanno lasciato l’Ucraina, secondo i dati dell’Onu. Molte di queste hanno raggiunto i Paesi confinanti: Polonia, Ungheria, Romania. “Nessuno Stato membro dell’Ue può essere lasciato solo a fronteggiare l’emergenza rifugiati”, ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in visita in Romania, dove ha espresso la vicinanza del governo italiano a Bucarest, esposta in prima fila nell’accoglienza dei profughi. L’emergenza “richiede una comune risposta a livello europeo”, ha sottolineato Di Maio, che ha esortato l’Ue a rendersi indipendente dal gas russo “il prima possibile”.

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