Usa, Biden sospende le esecuzioni federali dopo il record dell’era Trump

L'amministrazione Biden sospende le esecuzioni federali, ribaltando una decisione del mandato Trump che le aveva ripristinate dopo 17 anni e aveva portato al record di 13 detenuti uccisi in sei mesi.

MILANO – L’amministrazione Biden sospende le esecuzioni federali, ribaltando una decisione del mandato Trump che le aveva ripristinate dopo 17 anni e aveva portato al record di 13 detenuti uccisi in sei mesi. A dare l’annuncio è stato il ministro della Giustizia, Merrick Garland, spiegando che nel corso della sospensione delle esecuzioni capitali sarà condotta una revisione di politiche e procedure. Plaudono le organizzazioni per i diritti umani, pur sottolineando che non è abbastanza, anche perché la decisione non è irrevocabile: le future amministrazioni potranno ribaltarla, inoltre non impedisce ai procuratori federali di continuare a chiedere la condanna a morte. Attualmente sono almeno 46 le persone nel braccio della morte delle carceri federali Usa, dopo che l’ultima persona uccisa è stata Dustin Higgs, nell’Indiana, una settimana prima della fine del mandato Trump.

“Il dipartimento di Giustizia deve garantire che chiunque, nel sistema di giustizia penale federale, goda dei diritti assicurati dalla Costituzione e dalle leggi degli Stati Uniti, e che sia trattato in modo equo e umano”, ha detto Garland, “questo dovere ha particolare forza nei casi di condanna a morte”. Saranno quindi rivisti i protocolli messi in atto dall’ex ministro William Barr, che nel 2019 aveva annunciato il ripristino della pena di morte e nuove regole sui farmaci per le iniezioni letali. Contro la misura era stata presentata una causa a livello federale, tra cui per la sofferenza causata dal pentobarbital nelle iniezioni mortali.

Solo pochi giorni fa, il 14 giugno, lo stesso dipartimento ha chiesto alla Corte suprema di ripristinare la condanna a morte per Dzhokhar Tsarnaev per l’attentato alla maratona di Boston del 2013 (portando avanti una posizione dell’amministrazione Trump), condanna che una Corte d’appello aveva annullato. La decisione ha fatto storcere il naso a molti, visto che Biden si è dichiarato contrario alla pena capitale e aveva promesso di agire per fermarla. Ma il tema è controverso da decenni per il democratico. Nel 1994 contribuì a stilare un elenco per leggi in cui aggiungere 60 reati federali passibili di esecuzione capitale, ammettendo poi in seguito che la misura colpiva in modo discriminatorio e sproporzionato le persone afroamericane. Queste ultime sono sovrarappresentante nelle carceri e nel braccio della morte del Paese.

Il sostegno alla pena di morte negli Usa è ai minimi storici: al 55%, nei dati del Death Penalty Information Center. Ruth Friedman, direttrice del Federal Capital Habeas Project, ha parlato di un passo nella giusta direzione, ma sottolineato che non è abbastanza e Biden dovrebbe commutare le condanne. “Sappiamo che il sistema della pena di morte è piagato da discriminazione razziale, arbitrarietà, errori enormi e atroci degli avvocati di difesa e accusa, che lo rendono fallimentare senza appello”, ha aggiunto Friedman. Un portavoce della Casa Bianca ha fatto sapere che Biden è “felice che il ministro della Giustizia abbia fatto questi passi”, sottolineando che ha “gravi preoccupazioni sulla pena di morte e su come è applicata”.

LaPresse

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