Vaccini, D’Amato: “Terza dose va anticipata dopo cinque mesi”

"La ragione per cui bisognerebbe fare le terze dosi dopo cinque mesi e non sei? Perché rispetto all’attuale situazione pandemica siamo in ritardo di un mese. Se a livello nazionale la decisione di procedere con i richiami fosse arrivata prima, oggi saremmo in condizioni migliori".

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

ROMA – “La ragione per cui bisognerebbe fare le terze dosi dopo cinque mesi e non sei? Perché rispetto all’attuale situazione pandemica siamo in ritardo di un mese. Se a livello nazionale la decisione di procedere con i richiami fosse arrivata prima, oggi saremmo in condizioni migliori”. L’assessore della Regione Lazio alla Sanità, Alessio D’Amato, spiega in un’intervista all’edizione romana del Corriere della Sera il motivo per cui da giorni non fa che ripetere che bisogna correre con l’immunizzazione aggiuntiva.

Nel Lazio, “Da qualche giorno è scattata la spinta al richiamo. Ed è la chiave di volta decisiva. Abbiamo superato le 440mila somministrazioni. Ma se nella prima settimana di novembre il tasso di adesione è stato del 50% e nella successiva del 75, oggi siamo al 111%. Il che vuol dire che abbiamo recuperato anche chi non aveva prenotato. C’è una corsa! Forse dovuta anche alla paura, visto quello che sta succedendo nel resto del mondo. Ma qui la situazione è diversa, per numero di casi, decessi e ospedalizzazioni, soprattutto rispetto al 2020. E questa grande differenza è data dai vaccini”.

Da mercoledì sono state aperte le prenotazioni per gli over 40: “Sta andando benissimo. In tre giorni si sono prenotate oltre 60mila persone. E fino al 31 gennaio abbiamo ancora 1 milione 200mila slot liberi. Oggi ci sarà il primo open day e li ripeteremo fino a Natale. Voglio specificare che non bisogna aspettare che scadano i 180 giorni per prenotare. Si può, e si deve fare subito, perché poi sarà il sistema a dare il primo appuntamento disponibile dopo il 180esimo giorno dall’ultima somministrazione”, afferma.

“Spero che la mia proposta venga presa seriamente in considerazione. Anche Franco Locatelli si è espresso a favore. La Gran Bretagna lo sta già facendo e la Stiko, la commissione speciale tedesca sui vaccini, raccomanda la riduzione a 150 giorni. In questo modo recupereremmo il mese perso di cui parlavo prima”.

LaPresse

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