Maroni indagato, nuove accuse contro l’ex governatore della Lombardia

Avrebbe fatto pressioni per una consulenza in una controllata

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 28-02-2018 Roma Politica Palazzo Chigi. Firma di accordo per l'autonomia delle Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna Nella foto Roberto Maroni Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 28-02-2018 Roma (Italy) Politic Palazzo Chigi. Agreement signature for the autonomy of the Lombardia, Veneto and Emilia Romagna regions In the pic Roberto Maroni

MILANO – Indagato l’ex presidente della Lombaridia ed esponente di spicco della Lega Roberto Maroni. E’ indagato in un nuovo procedimento per “induzione indebita”. La procura della Repubblica di Milano, infatti, gli contesta due reati. “Induzione indebita” e “turbata libertà del procedimento di scelta del contraente“. Secondo l’accusa per favorire una donna in una partecipata della Regione Lombardia. Gli avvocati dell’esponente del Carroccio fanno spiegano che non c’è stato nessun illecito.

Maroni avrebbe favorito un architetto per una consulenza

Secondo i magistrati, Maroni avrebbe esercitato più volte delle pressioni su Guido Bonomelli, l’allora direttore generale di Ilspa – Infrstrutture lombarde. E’ anch’egli indagato. “affinché le attribuisse per una cifra sotto 40mila euro – scrivno i quotidiani – l’incarico di ‘supporto tecnico’ al cronoprogramma dell’allora peraltro nemmeno firmato contratto d’appalto della futura ‘Città della Salute’ a Sesto San Giovanni”. Il tutto per favorire, secondo l’accusa. l’architetto Giulia Capel Bandino.

La difesa: tutto regolare

Leggeremo attentamente le carte valutando la natura degli addebiti. Ma allo stato tutte le procedure ci risultano perfettamente regolari“, replica Domenico Aiello, avvocato difensore di Maroni. E’ uno schema simile ad altri due casi che avevano interessato l’ex governatore lombardo. Quando lo scorso giugno era stato condannato in primo grado per l’assegnazione di una consulenza ad una sua ex collaboratrice nel 2014. Fatti simili quando fu assolto dall’accusa di aver premuto sempre nel 2014 su un collaboratore di Beppe Sala, all’epoca commissario Expo, per le spese di trasferimento di una trasferta a Tokyo di un’altra sua ex collaboratice.

 

 

 

 

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