Bruxelles tende la mano all’Italia: deve restare nel cuore della zona euro

Preoccupazioni dell'Unione Europea per la costituzione del nuovo governo

LAPRESSE / AFP

ROMA (Alfredo Stella) – Si vivono ore di palpabile tensione a Bruxelles sul futuro economico italiano. Si attende che il Colle dia via libera all’investitura di Paolo Savona all’Economia. L’eventuale bocciatura non sarebbe cosa gradita al suo maggiore sponsor, Matteo Salvini. Che Savona non nutra grosse simpatie per l’euro lo sanno anche a Bruxelles. Il commissario europeo all’Economia Pierre Moscovici in un’intervista ai microfoni di radio Europe1, sull’argomento cerca di mostrarsi ottimista. “Nessuno psicodramma tra Roma e Bruxellesdice L’Italia è e deve restare un paese al cuore della zona euro. Con focolai di tensione un po’ ovunque bisogna mantenere i nervi saldi per gestire eventuali situazioni di crisi. L’abbiamo fatto con la Grecia e bisogna essere pronti a farlo in tutti i casi”.

Le preoccupazioni

Sempre Pierre Moscovici ha poi evidenziato eventuali dubbi e preoccupazioni. “Ciò che mi preoccupa è il debito italiano, che deve essere contenuto”. E alla domanda sul potenziale ministro all’economia Paolo Savona, risponde: “Sono gli italiani che decidono il loro governo, quindi rispetto la legittimità democratica, e i ritmi democratici del Paese. Parlerò con l’interlocutore che mi daranno, che sarà il prossimo ministro italiano qualsiasi esso sia”.

Le raccomandazioni

Nei giorni scorso altri moniti si erano levati dalla capitale belga all’indirizzo del nostro Paese: da parte dello stesso Pierre Moscovici, prima e di Valdis Dombrovskis, poi. Tra velati ottimismi e sinceri timori, avevano entrambi sottolineato la necessità da parte dell’esecutivo Lega M5S di continuare il lavoro lasciato in eredità dal precedente governo. Lo stesso tasto battuto poi da Dombrovskis che incentivava in nostro Paese a “continuare a ridurre il debito pubblico che è il secondo più alto dopo la Grecia, ma dalla nostra valutazione – concludeva – vediamo un ampio rispetto del Patto nel 2017 e della regola del debito”. 

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