Migranti, SOS Mediterranee: “L’odissea Aquarius è un campanello d’allarme per l’Ue”

Le affermazioni dell'associazione che ha salvato vite umane

Foto LaPresse - Carmelo Imbesi

MILANO (LaPresse) – SOS Mediterranee commenta la vicenda migranti. “I diversi ritardi dovuti alla chiusura dei porti italiani e poi l’Odissea forzata, devono necessariamente suonare come un campanello d’allarme per i leader europei. Non è tollerabile per l’Europa che possa ripetersi una situazione come questa“.

È quanto scrive in una nota SOS Mediterranee, l’organizzazione che gestisce in partnership con Medici senza Frontiere la nave di soccorso umanitario Aquarius. La nave è giunta oggi nel porto di Valencia con la nave Dattilo della Guarda costiera italiana e la nave militare italiana Orione. Sono sbarcate 630 persone, soccorse nel Mediterraneo otto giorni prima.

Si invita l’Unione Europea a una stretta collaborazione.

L’inerzia degli Stati europei è criminale. Si è infatti tradotta in oltre 13.000 morti nel Mediterraneo dal 2014, quando i leader europei hanno detto «mai più» dopo la tragedia di Lampedusa. L’Europa porta questi morti sulla propria coscienza. Gli Stati membri dell’Unione europea devono cooperare per elaborare un modello europeo di ricerca e soccorso per il Mediterraneo”.

Bisogna ridefinire il modello europeo di soccorso per i migranti.

Secondo SOS Mediterranee, il modello europeo di ricerca e soccorso dovrebbe prevedere i seguenti punti. Le operazioni di ricerca e soccorso devono essere basate sul rispetto delle vite umane prima di ogni altra considerazione. Le persone soccorse devono essere trattate con dignità e umanità a bordo delle navi di soccorso e ricevere tutte le cure che il loro stato di vulnerabilità richiede, fino a quando non è raggiunto un porto sicuro. Alle autorità marittime competenti dovrebbe essere consentito di rispettare i loro obblighi di coordinamento e di ottimizzazione delle operazioni di ricerca e soccorso.

Un numero sufficiente di navi di soccorso, adeguatamente attrezzate ed equipaggiate, deve essere dispiegato nel Mediterraneo. Permettendo così una copertura vasta della zona di soccorso. Lo sbarco delle persone soccorse nel porto sicuro più vicino deve essere assicurato in tutti i casi, senza nessun ritardo, in accordo con i regolamenti marittimi.

Inaccettabili le vittime nel Mediterraneo per un paese europeo.

“Noi, cittadini europei, non possiamo accettare più vittime nel Mediterraneo“, scrive la ong. Che invita poi a una larga mobilizzazione della società civile in Europa e nel Mediterraneo, per trasmettere questo messaggio alle autorità governative.

Salvare vite in pericolo è un obbligo morale e legale. Finché ci saranno persone che rischiano la propria vita in mare, SOS Mediterranee continuerà la propria missione nelle acque internazionali”. Lo afferma l’organizzazione. A proposito dei migranti della Aquarius, poi, SOS Mediterranee afferma che “otto giorni dopo essere fuggite dall’inferno libico, queste 630 persone sono finalmente salve e al sicuro a terra, in Spagna, grazie alla Aquarius e al suo team di marinai professionisti, soccorritori volontari e operatori umanitari“.

 

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