Milik a cuore aperto: “Dopo il secondo infortunio mi sono ispirato alle gesta di Ronaldo”

Il fair play del polacco a poche ore dal debutto al Mondiale contro il Senegal di Koulibaly: "Per la terza stagione in azzurro chiedo solo una cosa, la salute. Che peccato conquistare 91 punti e non vincere lo scudetto. Purtroppo anche la Juve ha disputato un campionato straordinario, per noi è stata decisiva la sconfitta di Firenze. Amo i partenopei, il loro affetto è asfissiante e al tempo stesso è la benzina per rendere ancora di più"

NAPOLI – Alle 17 allo Spartak Stadium di Mosca Arkadiusz Milik debutterà al Mondiale 2018 con la Polonia. In campo dall’inizio insieme al connazionale Piotr Zielinski e all’altro compagno nel Napoli, il senegalese Kalidou Koulibaly. Prima di tuffarsi nell’esordio nella Coppa del Mondo, Milik si è concesso in un’intervista a cuore aperto ai cronisti polacchi.

Due operazioni alle ginocchia nel giro di 11 mesi: inviso alla dea bendata

Il centravanti è uno dei calciatori più seguiti nel suo Paese, anche perché è reduce da due operazioni al ginocchio nel giro di 11 mesi. Prima la rottura del crociato del ginocchio sinistro nell’ottobre 2016 in nazionale e poi lo stesso infortunio all’altra articolazione nel settembre dell’anno successivo durante Spal-Napoli. Quando il medico sociale degli azzurri Alfonso De Nicola confermò la rottura del crociato per la seconda volta nel giro di poco tempo, in molti rivolsero il pensiero a Ronaldo, che ebbe la stessa sfortuna con la maglia dell’Inter. Milik ha rivelato di essersi ispirato proprio al Fenomeno quando ha dovuto affrontare la riabilitazione per la seconda volta dopo il calvario nella stagione d’esordio col Napoli.

L’esempio di Ronaldo, campione del Mondo nel 2002

“Per me non è stato facile fare i conti con la seconda operazione alle ginocchia nel giro di un anno – ha detto Milik – mi hanno raccontato la storia di Ronaldo. Mi hanno detto che dopo il secondo grave infortunio è riuscito a vincere la Coppa del Mondo nel 2002 da capocannoniere. Le gesta del brasiliano sono state per me fonte di ispirazione. Magari riuscissi ad imitarlo”. In Polonia ci sperano, così come i napoletani auspicano un Milik sempre più al centro del progetto Napoli. “Chiedo solo una cosa alla mia terza stagione in azzurro – ha spiegato Milik – la salute. Quando stai bene, le cose ti vengono meglio. Vittorie e sconfitte vengono in secondo piano”.

Il rimpianto tricolore

A proposito, nonostante i 91 punti in classifica, gli azzurri non sono riusciti a vincere lo scudetto. Eppure è sembrato che dopo il successo in casa della Juventus (con il polacco in campo nella ripresa) i partenopei avessero potuto conquistare il tricolore. Ma così non è stato. “Non capita tutti gli anni vedere una squadra collezionare così tanti punti e non vincere il titolo. Purtroppo anche la Juventus è stata protagonista di un campionato straordinario. Complimenti ai bianconeri. Dopo il successo allo Stadium la Signora ha mantenuto un punto di vantaggio a quattro giornate dalla fine. Ci promettemmo di dare il massimo per vincere tutte le gare sino alla fine, anche perché pensavamo che prima o poi la Juventus sarebbe incappata in un altro passo falso. E invece quelli che si sono fermati subito siamo stati noi con la sconfitta di Firenze. E’ stato un vero peccato”.

Il rapporto con la città

Una delusione, che non ha scalfito l’amore di Milik per Napoli e per il Napoli. “I tifosi partenopei sono unici al mondo – ha ammesso – non credo che ci siano altri supporter in grado di farti sentire una star in ogni minuto della giornata. Certo, a volte il loro affetto è asfissiante. Vorresti stare tranquillo con la tua famiglia, ma non è possibile. D’altra parte lavoriamo tanto per diventare famosi, quindi possiamo abituarci a tutto”.

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