Grandi opere, Di Maio predica calma: “Troveremo un’intesa con la Lega. Con Salvini ci capiamo al volo”

"Credo che sul 'decreto dignità' non ci dovrebbe essere la fiducia e non ci sarà", anzi secondo il ministro di Pomigliano "c'è stata una discussione franca con le opposizioni"

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse Nella foto Luigi Di Maio

ROMA – Luigi Di Maio distende i toni e rasserena gli animi. Il vicepremier si dice “estremamente fiducioso“: Lega e 5 Stelle troveranno un’intesa sulle grandi opere. “Io e Salvini ci capiamo al volo“. E sul partito ‘alleato’  non ha dubbi: “E’ sempre stato leale. Insomma, dopo diverse polemiche, dalla questione Tav e Tap a quella sui vaccini, arriva il sereno. “M5s non ha un pregiudizio sulle grandi opere – ha dichiarato il leader grillino ad Agorà – ma va ricordato” che si tratta di “spendere 10 miliardi per andare da Torino a Lione in un paese in cui spesso i cittadini non hanno autobus, strade e metro nelle periferie“.

Se pace è fatta (tra Lega e M5S), definitivamente, lo scopriremo solo nelle prossime settimane. Si preannuncia un’estate calda anche politicamente parlando.

Di Maio: “Niente fiducia sul Decreto Dignità”

Credo che sul ‘decreto dignità’ non ci dovrebbe essere la fiducia e non ci sarà“, anzi secondo il ministro di Pomigliano “c’è stata una discussione franca con le opposizioni“. Poi, un ritorno sul tema vaccini. “Fermamente convinto che le vaccinazioni ai bambini vanno fatte e per il governo sono una priorità“, ha spiegato il vicepremier. “La sanzione è un approccio sbagliato. Non si può danneggiare il bambino negandogli il diritto allo studio“. Insomma, una sorta di annacquamento delle polemiche in attesa di una quadra da trovare nei prossimi giorni.

L’Ilva di Taranto e l’attacco ai governi precedenti

E poi c’è Taranto. “Prenderò una decisione”, spiega sulla gara Ilva. “Quelli che governavano prima e che fanno la parte degli esperti mi hanno lasciato una procedura di gara che l’Anac dice sia piena di criticità“, ha attaccato Di Maio. Oggi c’è il tavolo sull’occupazione Ilva. “Mi hanno lasciato anche la trattativa sindacale. Mi dicono che Di Maio deve decidere in due mesi quello non fatto in 6 anni“. E poi l’affondo finale: “Mi fanno la lezione quelli che sul caso Ilva hanno firmato una gara” in cui Arcelor prevede 10mila lavoratori contro 14mila.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome