Verona, rinchiusa in cassone per 2 settimane: imprenditore in manette. E’ indagato per tortura e sequestro di persona

La donna aveva avuto una relazione con l'uomo, poi la lite e la raccapricciante decisione del 53enne; l'allarme dato da alcuni operai al lavoro presso l'Autostrada

Foto LaPresse - Andrea Campanelli

VERONA – Avevano avuto una relazione, ma quando la storia tra i due era finita lui l’aveva chiusa in casa. Sequestro di persona e tortura: sono queste le accuse con le quali un imprenditore agricolo bolzanino di 53 anni, residente in provincia di Verona, questa mattina è stato arrestato dai carabinieri.

La donna è stata tratta in salvo

I militari dell’Arma di Villafranca di Verona e la polizia stradale hanno tratto in salvo una donna polacca di 44 anni che è stata segregata per due settimane. Era rinchiusa in un cassone per contenere le mele nelle campagne ai confini con l’autostrada Milano-Venezia, nelle vicinanze di Sommacampagna. Come riferito da fonti locali, la donna, che avrebbe avuto anche una relazione con l’imprenditore, arrivava da Varsavia. Lì vive con la famiglia per lavorare nei campi dell’uomo.

La lite dopo la fine della relazione
Lo scorso 14 agosto una discussione è degenerata e l’uomo l’ha rinchiusa nel cassone. Lì la 44enne è rimasta segregata per due settimane, sotto il sole cocente, con il datore di lavoro-aguzzino che le portava da bere e da mangiare. I lamenti della donna, ormai sfinita, sono stati sentiti dai giardinieri che stavano lavorando per l’autostrada Brescia-Padova. Insieme all’intervento delle forze dell’ordine sono riusciti a porre fine alla prigionia della signora. La donna successivamente è stata ricoverata in stato di choc all’ospedale di Villafranca. Per l’uomo si sono aperte le porte del carcere veronese di Montorio.
L’imprenditore era stato denunciato per violenza contro una minore
L’uomo era stato denunciato dieci anni fa per violenza sessuale nei confronti di una minore l’imprenditore bolzanino di 53 anni. I carabinieri hanno provveduto a denunciare un complice dell’uomo. Si tratta di un polacco di 32 anni suo collaboratore agricolo. Lo avrebbe aiutato a imprigionare la vittima, tenendola sotto il sole e chiudendole la bocca con del nastro adesivo.

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